L’organismo architettonico dedicato al culto assume il suo significato di ekklésia mediante la collocazione di alcuni elementi che identificano le presenze simboliche necessarie alla celebrazione del rito e che, fra loro ordinate, definiscono gerarchicamente lo spazio dell’aula liturgica. Lo studio si propone di descrivere i cosiddetti “poli liturgici” (altare, ambone, sede del Presidente, fonte battesimale o battistero), nella loro relazione reciproca, e gli altri componenti che insieme concorrono a definire il rituale nelle chiese cattoliche (aula liturgica, area presbiteriale, cantoria, arredo). Di ciascuno di essi si delinea in breve il significato del termine, partendo dalla sua derivazione etimologica, e si giunge poi a comprendere le differenti accezioni che ha avuto nel tempo. Di tale mutazione sono riportati alcuni casi esemplari che permettono di capire l’evoluzione dell’elemento, sia in rapporto al suo essere <presenza simbolica> funzionale alla celebrazione del rito, sia in relazione alla “legge” che si instaura con gli altri componenti. Segue una rappresentazione grafica che, oltre a definire le dimensioni tipiche di ogni elemento, anche in base alla recente normativa religiosa, restituisce le modalità di connessione reciproca con gli altri ad esso correlati in età preconciliare e postconciliare. Ulteriore approfondimento, finalizzato a richiamare i principali spazi di cui è costituito un centro parrocchiale secondo le norme proposte dalla CEI negli anni ’90, riguarda i “luoghi sussidiari annessi alla chiesa”, costituiti da: sagrestia; strutture di ingresso (sagrato, atrio e porta); campanile, e infine gli edifici per il “servizio pastorale e la casa parrocchiale”.

Gli elementi della composizione architettonica / Ieva, M.. - STAMPA. - 5:(2005), pp. 54-84.

Gli elementi della composizione architettonica

Ieva, M.
2005-01-01

Abstract

L’organismo architettonico dedicato al culto assume il suo significato di ekklésia mediante la collocazione di alcuni elementi che identificano le presenze simboliche necessarie alla celebrazione del rito e che, fra loro ordinate, definiscono gerarchicamente lo spazio dell’aula liturgica. Lo studio si propone di descrivere i cosiddetti “poli liturgici” (altare, ambone, sede del Presidente, fonte battesimale o battistero), nella loro relazione reciproca, e gli altri componenti che insieme concorrono a definire il rituale nelle chiese cattoliche (aula liturgica, area presbiteriale, cantoria, arredo). Di ciascuno di essi si delinea in breve il significato del termine, partendo dalla sua derivazione etimologica, e si giunge poi a comprendere le differenti accezioni che ha avuto nel tempo. Di tale mutazione sono riportati alcuni casi esemplari che permettono di capire l’evoluzione dell’elemento, sia in rapporto al suo essere funzionale alla celebrazione del rito, sia in relazione alla “legge” che si instaura con gli altri componenti. Segue una rappresentazione grafica che, oltre a definire le dimensioni tipiche di ogni elemento, anche in base alla recente normativa religiosa, restituisce le modalità di connessione reciproca con gli altri ad esso correlati in età preconciliare e postconciliare. Ulteriore approfondimento, finalizzato a richiamare i principali spazi di cui è costituito un centro parrocchiale secondo le norme proposte dalla CEI negli anni ’90, riguarda i “luoghi sussidiari annessi alla chiesa”, costituiti da: sagrestia; strutture di ingresso (sagrato, atrio e porta); campanile, e infine gli edifici per il “servizio pastorale e la casa parrocchiale”.
2005
Edilizia per il culto: chiese, moschee, sinagoghe, strutture cimiteriali
88-02-06287-0
UTET
Gli elementi della composizione architettonica / Ieva, M.. - STAMPA. - 5:(2005), pp. 54-84.
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