Nel mondo sotterraneo affondano le radici dell’architettura mediterranea: nello spessore del suolo, la forma archetipica della città si conserva come fossile mineralizzato, memoria geologica del sedimento urbano. Basti pensare al sottosuolo di Napoli: alla sequenza di gole, antri, grotte, cunicoli, caverne greche e romane che le donarono materia e ordine per gli edifici costruiti al di sopra: una città-scoglio che si costruisce sottraendo tufo alle sue fondamenta. Una città del sole che affonda la sua storia nelle tenebre di un sottosuolo che ribolle di energie e forze misteriose: fumarole e solfatare, acqua e fuoco. Un sottosuolo ora infernale, ora mitologico e iniziatico: è da qui, nel cuore dei Campi Flegrei, proprio sotto le terrazze sacre dell’Acropoli di Cuma, che la Sibilla vaticinava, nascosta nel suo antro. Le caratteristiche geomorfologiche, geografiche e climatiche di un sito determinano “paesaggi urbani” e “forme insediative” in continuità morfologica con le preesistenze fisiche, con il contesto geografico, con i caratteri topografici, con gli assetti morfologici dei territori: architetture dentro il suolo o, comunque, radicate in esso. L’architettura del suolo si trasforma in “struttura assente”, che permane nel cambiamento: è materia di progetto, in quanto capace di generare il tracciato archetipico e persistente di un territorio e di una città viva, in evoluzione, che si trasforma, si stratifica, si rinnova.
Roccia madre: lo spessore del suolo / Turchiarulo, Mariangela - In: La città scavata : paesaggio di patrimoni tra tradizione e innovazione / Antonio Conte ; [a cura di] Maria Onorina Panza, Maria Bruna Pisciotta. - STAMPA. - Roma : Gangemi, 2014. - ISBN 978-88-492-2997-4. - pp. 129-132
Roccia madre: lo spessore del suolo
Turchiarulo, Mariangela
2014-01-01
Abstract
Nel mondo sotterraneo affondano le radici dell’architettura mediterranea: nello spessore del suolo, la forma archetipica della città si conserva come fossile mineralizzato, memoria geologica del sedimento urbano. Basti pensare al sottosuolo di Napoli: alla sequenza di gole, antri, grotte, cunicoli, caverne greche e romane che le donarono materia e ordine per gli edifici costruiti al di sopra: una città-scoglio che si costruisce sottraendo tufo alle sue fondamenta. Una città del sole che affonda la sua storia nelle tenebre di un sottosuolo che ribolle di energie e forze misteriose: fumarole e solfatare, acqua e fuoco. Un sottosuolo ora infernale, ora mitologico e iniziatico: è da qui, nel cuore dei Campi Flegrei, proprio sotto le terrazze sacre dell’Acropoli di Cuma, che la Sibilla vaticinava, nascosta nel suo antro. Le caratteristiche geomorfologiche, geografiche e climatiche di un sito determinano “paesaggi urbani” e “forme insediative” in continuità morfologica con le preesistenze fisiche, con il contesto geografico, con i caratteri topografici, con gli assetti morfologici dei territori: architetture dentro il suolo o, comunque, radicate in esso. L’architettura del suolo si trasforma in “struttura assente”, che permane nel cambiamento: è materia di progetto, in quanto capace di generare il tracciato archetipico e persistente di un territorio e di una città viva, in evoluzione, che si trasforma, si stratifica, si rinnova.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.