I problemi di instabilità di Civita di Bagnoregio rientrano in ben defi niti contesti geomorfologici di aree soggette ad urbanizzazione per esigenze difensive e di altro tipo, che oggi richiedono azioni concrete per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente antropizzato. Ci si riferisce alle placche vulcaniche e piroclastiche depositatesi tra Pliocene e Pleistocene sul preesistente basamento argilloso marino nella valle del Tevere, ridotte dai processi erosivi a larghi piastroni fessurati e occupati nel tardo Antropocene da abitati di grandissimo pregio storico ed artistico. La loro salvaguardia e restituzione a vita attiva, e quindi non museale, è pertanto obbiettivo prioritario, che necessita di avvalersi non solo della best available technology, ma anche dell’esperienza maturata in contesti sostanzialmente simili. Nell’area pugliese e lucana della fossa Bradanica esistono contesti che hanno numerosi elementi di similitudine, ugualmente occupati da antichi centri storici, su placche arenitiche e conglomeratiche, a loro volta poggianti su basamenti argillosi plio-pleistocenici, il tutto affl itto non solo marginalmente da processi di instabilità. La sopravvivenza di tali centri storici è fondamentale per una regione qual è la Basilicata, che soffre, a causa della sua morfologia e delle difficoltà logistiche conseguenti, di progressivo abbandono di tali centri e di migrazioni verso le aree di pianura o i centri più ricchi. Nel lavoro si analizzano le similitudini in termini di contrasti di resistenza, rigidezza e di permeabilità nelle confi gurazioni stratigrafiche di studio e i fenomeni associati di interazioni fisiche e chimiche, in parte documentati da sperimentazione sui materiali argillosi; tale analisi introduce, sulla base delle esperienze maturate, l’opportunità e la necessità di studi idrogeologici e gestione delle acque sotterranee come metodologia prioritaria (ed a basso costo) per la mitigazione dei processi di instabilità e del rischio sui centri storici minacciati
La stabilità degli abitati su placche rigide poggianti su argille plio-pleistoceniche. Esperienze dai centri storici della Basilicata e della Puglia / Spilotro, Giuseppe; Fidelibus, Maria Dolores; Pellicani, Roberta; Argentiero, Ilenia; Parisi, Alessandro. - In: GEOLOGIA DELL'AMBIENTE. - ISSN 1591-5352. - STAMPA. - 1/2017:Suppl. fasc. 1/2017(2017), pp. 43-53.
La stabilità degli abitati su placche rigide poggianti su argille plio-pleistoceniche. Esperienze dai centri storici della Basilicata e della Puglia
Fidelibus, Maria Dolores;Parisi, Alessandro
2017-01-01
Abstract
I problemi di instabilità di Civita di Bagnoregio rientrano in ben defi niti contesti geomorfologici di aree soggette ad urbanizzazione per esigenze difensive e di altro tipo, che oggi richiedono azioni concrete per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente antropizzato. Ci si riferisce alle placche vulcaniche e piroclastiche depositatesi tra Pliocene e Pleistocene sul preesistente basamento argilloso marino nella valle del Tevere, ridotte dai processi erosivi a larghi piastroni fessurati e occupati nel tardo Antropocene da abitati di grandissimo pregio storico ed artistico. La loro salvaguardia e restituzione a vita attiva, e quindi non museale, è pertanto obbiettivo prioritario, che necessita di avvalersi non solo della best available technology, ma anche dell’esperienza maturata in contesti sostanzialmente simili. Nell’area pugliese e lucana della fossa Bradanica esistono contesti che hanno numerosi elementi di similitudine, ugualmente occupati da antichi centri storici, su placche arenitiche e conglomeratiche, a loro volta poggianti su basamenti argillosi plio-pleistocenici, il tutto affl itto non solo marginalmente da processi di instabilità. La sopravvivenza di tali centri storici è fondamentale per una regione qual è la Basilicata, che soffre, a causa della sua morfologia e delle difficoltà logistiche conseguenti, di progressivo abbandono di tali centri e di migrazioni verso le aree di pianura o i centri più ricchi. Nel lavoro si analizzano le similitudini in termini di contrasti di resistenza, rigidezza e di permeabilità nelle confi gurazioni stratigrafiche di studio e i fenomeni associati di interazioni fisiche e chimiche, in parte documentati da sperimentazione sui materiali argillosi; tale analisi introduce, sulla base delle esperienze maturate, l’opportunità e la necessità di studi idrogeologici e gestione delle acque sotterranee come metodologia prioritaria (ed a basso costo) per la mitigazione dei processi di instabilità e del rischio sui centri storici minacciatiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.