Taranto dopo l’acciaio: tra politiche, strategie di rinascita e processi di rigenerazione

The paper focuses on steel crisis in Taranto, on some of principal questions that are emerging on local debate and on the first efforts to build an Urban agenda that is able to measure with a most difficult European challenge of industrial and environmental crisis: the Ilva. The serious pollution problems caused by this industrial plant impact on abiotic elements of urban system (air, water, soil) that are caused by other problems of the territory. This strongly affects the public health and the natural and cultural heritage. The stigma of steel city, irreparably polluted for decades, seems to overshadow the history of long life and the geographical singularity of Taranto. The red thread that combines all the results of the intense phase of participation and listening of the local community has been certainly the environmental instance that immediately became the antitype of the occupational one – under the threat of partial or total closure of the steel plant. Some responses are coming from the remediation plan of the extraordinary Commissioner and the Cis, whose regeneration force is accompanied by a citizen fabric and associations increasingly alive.

Il contributo si focalizza sulla crisi dell’acciaio a Taranto e su alcune delle questioni principali emergenti nel dibattito locale, nonché sui primi tentativi di costruzione di un'Agenda urbana in grado di misurarsi con una delle sfide europee di crisi industriale e ambientale tra le più difficili: l’Ilva. I gravi problemi di inquinamento causati da tale impianto impattano sugli elementi abiotici del sistema urbano (aria, acqua e suolo) che sono causati da altre realtà presenti sul territorio e che condizionano fortemente la salute pubblica della città e il grande patrimonio naturale e storico-monumentale. Lo stigma di città dell’acciaio ormai irrimediabilmente inquinata da decenni sembra mettere in ombra la storia di lunga durata e la singolarità geografica di Taranto. Il filo rosso che accomuna tutti i risultati della intensa fase di partecipazione e ascolto della comunità locale è stato certamente l’istanza ambientale che da subito diventa l’antipolo di quella occupazionale – sotto la minaccia della chiusura parziale o totale dell’impianto del siderurgico. Alcune risposte stanno giungendo dal Cis e dal Piano di bonifica del commissario straordinario, la cui forza di rigenerazione è accompagnata da un tessuto cittadino ed associazionistico sempre più vivo.