A seguito della guerra italo-turca del 1911, l’Italia entrò in possesso delle Sporadi meridionali che nel 1923, con il trattato di Losanna, divennero “possedimento” e parte del territorio nazionale. Prima di allora, l’attività si limitò al restauro e riadattamento di edifici esistenti o a poche costruzioni ad opera degli ingegneri del Genio Civile, ma dal 1923, con l’arrivo del Governatore Mario Lago, il Dodecaneso dovette dotarsi di infrastrutture, edifici pubblici e quartieri abitativi per gli italiani residenti. Rodi divenne sede del Governo delle Isole italiane dell'Egeo, sviluppando al contempo una marcata vocazione turistica. Per la realizzazione di questi estesi programmi edilizi, oltre agli architetti dell’Ufficio Tecnico di Rodi, furono chiamati a collaborare dall’Italia diversi altri professionisti. Lo stesso Lago fece arrivare F. Di Fausto “come capo dell’Ufficio architettura e piano regolatore della città di Rodi con specifici compiti di collaborazione per la parte artistica”. Ma se si dovesse definire il linguaggio architettonico prescelto per realizzare l’immagine della città coloniale dodecanesina, al di là di una occasionale eterogeneità delle scelte emerge prepotente il tentativo programmatico di costruire un’identità architettonica, un’immagine dello “spirito del luogo”, attraverso la fusione dei caratteri dell’Oriente islamico e mediterraneo con quelli dell’Occidente cristiano. Il presente contributo tenterà di analizzare la genesi di questa idea progettuale, identificandone le radici nella cultura dell’epoca.

Costruire l’immagine del Dodecaneso tra identità italiana e Oriente immaginifico / Livadiotti, Monica. - STAMPA. - 4:(2017), pp. 143-156. (Intervento presentato al convegno Immaginare il Mediterraneo: architettura arti fotografia tenutosi a Napoli nel 16-17 gennaio 2017).

Costruire l’immagine del Dodecaneso tra identità italiana e Oriente immaginifico

Livadiotti, Monica
Writing – Original Draft Preparation
2017-01-01

Abstract

A seguito della guerra italo-turca del 1911, l’Italia entrò in possesso delle Sporadi meridionali che nel 1923, con il trattato di Losanna, divennero “possedimento” e parte del territorio nazionale. Prima di allora, l’attività si limitò al restauro e riadattamento di edifici esistenti o a poche costruzioni ad opera degli ingegneri del Genio Civile, ma dal 1923, con l’arrivo del Governatore Mario Lago, il Dodecaneso dovette dotarsi di infrastrutture, edifici pubblici e quartieri abitativi per gli italiani residenti. Rodi divenne sede del Governo delle Isole italiane dell'Egeo, sviluppando al contempo una marcata vocazione turistica. Per la realizzazione di questi estesi programmi edilizi, oltre agli architetti dell’Ufficio Tecnico di Rodi, furono chiamati a collaborare dall’Italia diversi altri professionisti. Lo stesso Lago fece arrivare F. Di Fausto “come capo dell’Ufficio architettura e piano regolatore della città di Rodi con specifici compiti di collaborazione per la parte artistica”. Ma se si dovesse definire il linguaggio architettonico prescelto per realizzare l’immagine della città coloniale dodecanesina, al di là di una occasionale eterogeneità delle scelte emerge prepotente il tentativo programmatico di costruire un’identità architettonica, un’immagine dello “spirito del luogo”, attraverso la fusione dei caratteri dell’Oriente islamico e mediterraneo con quelli dell’Occidente cristiano. Il presente contributo tenterà di analizzare la genesi di questa idea progettuale, identificandone le radici nella cultura dell’epoca.
2017
Immaginare il Mediterraneo: architettura arti fotografia
9788899130480
Costruire l’immagine del Dodecaneso tra identità italiana e Oriente immaginifico / Livadiotti, Monica. - STAMPA. - 4:(2017), pp. 143-156. (Intervento presentato al convegno Immaginare il Mediterraneo: architettura arti fotografia tenutosi a Napoli nel 16-17 gennaio 2017).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/117169
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact