L’ordine architettonico nella reinterpretazione italiana del Novecento : dai principi canonici al serialismo, la ricerca di nuove combinazioni sintattiche = The Architectural Order in the Italian Twentieth Century’s reinterpretation : from the canonic principles to serialism: a research for new syntactic combinations

The architectural order, the analogic transfiguration of the petrifaction process, represents the unchanging tectonic-expressive icon, resulting from the material and constructive variability of the architecture; a variability today more and more subject to the spectacular advanced visual technologies or to those languages based on the predominant, often misrepresenting, sensorial action. In apparent contrast to these tendencies are those looking for possible new codes, able to respond to the chaotic condition of Babel, that characterizes the contemporary city, experiencing actions aimed at combining the update of the constructive and linguistic codes, with the phenomena induced by a different perception of the architectural landscape. To these theories belong all those trends of research, involved in architecture and the arts, according to a basically pseudoscopic approach; the same that, from Greeks onwards, is the privileged place of narrative function of the building. The domain most concerned by this experimentation, that is delivered to our future, is, of course, the tectonic one of the relationship between point elements, such as columns, pillars and frames. These elements, declined in overlapping, simultaneous or diachronic intersections, may try to compose new potential orders, new potential rhythmic sequences capable of expressing in harmonic phenomena the current almost incomprehensible shapes of our cities and landscapes

L’ordine architettonico, trasfigurazione analogica del processo di litizzazione, rappresenta l’icona tettonico-espressiva, la risultante immutevole della variabilità invece materica e costruttiva dell’architettura; una variabilità, oggi sempre più soggetta alla spettacolarità figurativa delle tecnologie avanzate o a quelle di linguaggi basati sull’azione, spesso mistificante, della componente sensoriale. In evidente contrasto a queste tendenze sono quelle che ricercano invece possibili nuovi codici capaci di rispondere alla caotica condizione della Babele che caratterizza la città contemporanea; codici che vanno verso azioni tese a combinare l’aggiornamento dei principi costruttivi e i loro possibili linguaggi, in rapporto ai fenomeni indotti da una diversa percezione del paesaggio architettonico. A queste teorie appartengono quei filoni di ricerca, che operano nell’Architettura e nelle Arti, secondo un approccio fondamentalmente pseudoscopico, lo stesso che dai Greci in poi, soprattutto, costituisce il luogo privilegiato della funzione narrativa del costruire. Il luogo compositivo principalmente interessato da questa sperimentazione e che ci viene consegnato per il futuro è, ovviamente, quello tettonico del rapporto fra elementi puntiformi, quali: colonne, pilastri, infissi, che, declinati in sovrapposizioni, intersezione, simultanee o diacroniche, possono tentare di comporre nuovi potenziali ordini, nuove sequenze ritmiche capaci di tradurre in fenomeni armonici le attuali indecifrabili forme delle nostre città, del nostro paesaggio.