Le politiche urbane nell'area ad elevato rischio ambientale tarantina: il caso del territorio di Massafra

The birth of the IV Italian Steel Center (formerly Italsider, currently Ilva S.p.a.) marked in the 1940s, in the territory of Taranto, a profound mutation resulting in the productive growth of the entire Ionian economy by providing the same city and its province with a leap of quality in terms of employment and social welfare as being rich in the living standards of the inhabitants. The tarantine landscape, a direct witness to environmental damages inflicted by half a century of industrial giganticism, tells today that in just fifty years it has suddenly transformed its identity towards a sprawling and speculative growth difficult to keep in view of its proximity to industrial induced appetites . This settlement growth, which has not spared the traditional rural or marine environment, has never followed an adequate infrastructure (and compensation) nor is it more socioeconomic. Nearly 20 years after the Decree of the President of the Republic of 23 April 1998 declaring the Taranto area, which includes the territories of Taranto, Statte, Crispiano, Massafra and Montemesola, a "high-risk area of the environmental crisis" the Institutional Development Agreement with the task of activating the processes of reclamation, environmentalization and regeneration of the degraded tissues of the tarantine territory. The cognitive investigation aimed at identifying self-evaluated or unexpressed autogenous potentials in the territory of Massafra expresses the strong resilience of a territory and the need for planning of urban policies centered on the issues of valorization, socio-economic development of the local heritage, regeneration of degraded settlements and urban issues that are increasingly based on environmental protection in full respect for work and human health

La nascita del IV Centro siderurgico italiano (ex Italsider, attualmente Ilva S.p.a.) segnò negli anni Sessanta, nel territorio di Taranto, una profonda mutazione con conseguente crescita produttiva dell’intera economia ionica fornendo alla stessa città, e relativa provincia, un salto di qualità in termini occupazionali e di benessere sociale inteso come ricchezza sul tenore di vita degli abitanti. Il paesaggio tarantino, testimone diretto di dannazioni ambientali inflitte da mezzo secolo di gigantismo industriale, racconta oggi come in soli cinquanta anni ha visto trasformare in modo repentino la propria identità verso una crescita insediativa e speculativa difficile da contenere vista la vicinanza con gli appetiti indotti industriali. A questa crescita insediativa, che non ha risparmiato il tradizionale ambiente rurale né quello marino, non ha mai fatto seguito un’adeguata organizzazione (e compensazione) infrastrutturale né più spiccatamente socioeconomica. A distanza di quasi vent’anni dal decreto del Presidente della Repubblica del 23 aprile 1998, che dichiarava l’area di Taranto comprendente i territori di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola «area ad elevata rischio di crisi ambientale», si costituisce il Contratto istituzionale di sviluppo con il compito di attivare i processi di bonifica, ambientalizzazione e rigenerazione dei tessuti degradati del territorio tarantino. L’indagine conoscitiva, rivolta all’identificazione delle potenzialità autogene sinora sottovalutate o inespresse, condotta nel territorio di Massafra, esprime la forte resilienza di un territorio e la necessità di una programmazione di politiche urbane incentrate sui temi della valorizzazione, dello sviluppo socio economico del patrimonio locale, della rigenerazione di tessuti insediativi degradati e sulle questioni urbane sempre più fondate verso la tutela ambientale nel pieno rispetto del lavoro e della salute umana.