Conoscere | osservare

“Forse l’osservazione delle cose è stata la mia più importante educazione formale; poi l’osservazione si è tramutata in una memoria di queste cose. Ora mi sembra di vederle tutte disposte come utensili in bella fila; allineate come in un erbario, in un elenco, in un dizionario. Ma questo elenco tra immaginazione e memoria non è neutrale, esso ritorna sempre su alcuni oggetti e ne costituisce anche la deforma- zione o in qualche modo l’evoluzione”1. Una conoscenza che non vuole una ‘teoria della giustificazione’ ma che si costruisce, attraverso un insieme di regole individuate e condivise, forme possibili di spazi collettivi e domestici. Conoscenza rappresentativa del proprio valore, ‘esatta’, quella che definisce ‘adeguatezza’ ovvero valori propriamente disciplinari legati all’architettura.