L’indagine sugli abitati antichi presenti nel territorio salentino, condotta sulla base delle planimetrie catastali di impianto, ha consentito di riconoscere nei tracciati urbani di alcuni centri minori particolari regolarità, non coerenti con insediamenti sorti spontaneamente e per successiva aggregazione, ma solo con centri di nuova fondazione. Obiettivo del presente contributo è far conoscere e valorizzare questi patrimoni urbanistico/ambientali, evidenziandone i loro connotati architettonico/urbani attraverso il ricorso alle metodologie proprie del disegno e della modellazione tridimensionale capaci, per gli effetti suggestivi, di un particolare potenziale divulgativo. L’ipotesi di abitati di nuovo impianto, senza dubbio molto suggestiva, vuole riconoscere in questi tracciati regolari delle vere e proprie città di fondazione sorte nel territorio salentino sul modello delle bastides francesi, delle terre fiorentine o dei recetti piemontesi. Se da una parte sembra che l’occupazione del territorio salentino si sia concretizzata in età normanna tra il X ed il XII con insediamenti di modeste dimensioni i casali in alcuni casi sorti in continuità con i choira bizantini, d’altra parte risulta poco plausibile che in piena rinascita culturale si propongano tracciati urbani sul modello di quelli individuati, poco interessanti nell’ottica dei più significativi modelli proposti dai trattatisti cinquecenteschi. Si presume che questi nuovi impianti si debbano attestare alla fase finale del medioevo, a cavallo tra la seconda metà del XIII secolo e la seconda metà del XIV secolo. Quando si assiste in altri contesti geografici a numerose iniziative di centri abitati ex novo, una vera e propria piantagione urbana, non vere e proprie città, ma centri quasi-urbani, detti bastide in Francia, in parte dell’Inghilterra e nel sud della Spagna, terre nuove in Toscana, recetti o borghi nuovi in Piemonte, borghi murati nell’Albenghese, castelli o castiglioni in altre regioni italiane. Il sorgere di questi nuovi centri è determinato dalla rinascita economica di molte aree europee ed è dovuto alle politiche di popolamento o ripopolamento delle terre abbandonate. Acceso è tra gli storici il dibattito sulla natura di queste fondazioni, se prevalga il carattere militare-difensivo su quello del popolamento o su quello economico-fiscale. Molto probabilmente ed a seconda dei casi questi fattori incidevano in modo maggiore o minore nel costituirsi di un nuovo centro. E’ indubbio tuttavia che la nascita di un centro era alla base di un nuovo gettito fiscale a vantaggio dei fondatori.
Terre Nuove salentine? Tracciati urbani regolari nel territorio salentino / Rossi, Gabriele. - (2007), pp. 517-522. (Intervento presentato al convegno E-Arcom’07 tenutosi a Pontonovo (An) nel maggio 2007).
Terre Nuove salentine? Tracciati urbani regolari nel territorio salentino
ROSSI, Gabriele
2007-01-01
Abstract
L’indagine sugli abitati antichi presenti nel territorio salentino, condotta sulla base delle planimetrie catastali di impianto, ha consentito di riconoscere nei tracciati urbani di alcuni centri minori particolari regolarità, non coerenti con insediamenti sorti spontaneamente e per successiva aggregazione, ma solo con centri di nuova fondazione. Obiettivo del presente contributo è far conoscere e valorizzare questi patrimoni urbanistico/ambientali, evidenziandone i loro connotati architettonico/urbani attraverso il ricorso alle metodologie proprie del disegno e della modellazione tridimensionale capaci, per gli effetti suggestivi, di un particolare potenziale divulgativo. L’ipotesi di abitati di nuovo impianto, senza dubbio molto suggestiva, vuole riconoscere in questi tracciati regolari delle vere e proprie città di fondazione sorte nel territorio salentino sul modello delle bastides francesi, delle terre fiorentine o dei recetti piemontesi. Se da una parte sembra che l’occupazione del territorio salentino si sia concretizzata in età normanna tra il X ed il XII con insediamenti di modeste dimensioni i casali in alcuni casi sorti in continuità con i choira bizantini, d’altra parte risulta poco plausibile che in piena rinascita culturale si propongano tracciati urbani sul modello di quelli individuati, poco interessanti nell’ottica dei più significativi modelli proposti dai trattatisti cinquecenteschi. Si presume che questi nuovi impianti si debbano attestare alla fase finale del medioevo, a cavallo tra la seconda metà del XIII secolo e la seconda metà del XIV secolo. Quando si assiste in altri contesti geografici a numerose iniziative di centri abitati ex novo, una vera e propria piantagione urbana, non vere e proprie città, ma centri quasi-urbani, detti bastide in Francia, in parte dell’Inghilterra e nel sud della Spagna, terre nuove in Toscana, recetti o borghi nuovi in Piemonte, borghi murati nell’Albenghese, castelli o castiglioni in altre regioni italiane. Il sorgere di questi nuovi centri è determinato dalla rinascita economica di molte aree europee ed è dovuto alle politiche di popolamento o ripopolamento delle terre abbandonate. Acceso è tra gli storici il dibattito sulla natura di queste fondazioni, se prevalga il carattere militare-difensivo su quello del popolamento o su quello economico-fiscale. Molto probabilmente ed a seconda dei casi questi fattori incidevano in modo maggiore o minore nel costituirsi di un nuovo centro. E’ indubbio tuttavia che la nascita di un centro era alla base di un nuovo gettito fiscale a vantaggio dei fondatori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.