Le città ‘sulla terra’: caratteri delle città di acrocoro in Terra di Bari

The essay represents a partial conclusion of a research that the authors are conducting in the DICAR and DICATECH Departments of the Polytechnic University of Bari focused on the relationship between city and nature and in particular on the relationship between urban forms and ground forms. The theme are acrocoro or plateaus cities in Apulia, studied and analyzed in their formal structures which establish a direct visual and spatial relationship with the cultivated country in the Land of Bari, Valle d’Itria and high Salento, building the landscape through a syntactic relationship between urban nucleus and intervals of nature. They are ‘closed’ cities, compact units of finite and recognizable shape that give themselves ‘all round’ inside the natural space that surrounds it, showing itself as ‘city-islands’ and ideal built integration of a natural hill (Todi, Palombara Sabina). In analogy with the cities excavated /built in the ravines, the size and extent of the acrocoro/plateaus city correspond to the ground forms on which they settle: it is built on the top of a hill of which it constitutes its completion and tends to represent itself entirely as a single and complex element of finite form. While sharing the presence of some elements of urban and landscape value such as the position on the apical part of an hill, the inhabited city walls, the main monument (cathedral or castle) in a central and summit position, the dense and compact urban building ‘City on the ground’ have their own formal structure corresponding to a settlement principle able to represent the founding value of the relationship between city and nature, with the orography, the topography and with the agricultural structure of the countryside connected to them. Their dimension, their positional value, their disposition and localization identify a polycentric settlement model based on the oppositional relationship between a dense and measured concentration of the building, whose spaces are able to express a typically urban ‘internality’ and the ‘externality’ of the intervals of nature that separate cities and make them recognizable as landscape figures. The case studies of Locorotondo, Putignano and Ostuni express these differences while sharing the general model.

Il saggio rappresenta una sintesi parziale di una ricerca che gli autori stanno conducendo nei Dipartimenti DICAR e DICATECH del Politecnico di Bari sul rapporto tra città e natura e in particolare sulla relazione tra forme urbane e forme della terra. Il tema è costituito dallo studio e dalla analisi della struttura formale delle città di acrocoro o su plateau, che stabiliscono un rapporto visivo e spaziale diretto con la campagna della Terra di Bari, della valle d’Itria fino all’alto Salento e ne costruiscono il paesaggio assieme agli intervalli di natura. Sono città chiuse, unità compatte di forma finita e riconoscibile che si danno a tutto tondo all’interno dello spazio naturale che l’avvolge, mostrandosi come città-isole e ideale integrazione costruita di un rilevato naturale (Todi, Palombara Sabina). Analogamente alle città scavate/costruite nelle gravine, la misura e l’estensione della città di acrocoro/plateau corrispondono alle forme della terra su cui si insediano: essa si costruisce sulla sommità di un rilevato di cui ne costituisce il completamento e tende a rappresentarsi interamente come un unico e complesso elemento di forma finita. Pur condividendo la presenza di alcuni elementi di valore urbano e paesaggistico come la posizione sulla parte apicale di un rilevato, la cinta muraria abitata, il monumento principale (duomo o castello) in posizione centrale e sommitale, il tessuto edilizio urbano denso e compatto, le ‘città sulla terra’ hanno una struttura formale propria corrispondente ad un principio insediativo in grado di rappresentare il valore fondativo della relazione tra città e natura, con le forme dell’orografia, della topografia e con la struttura agraria della campagna ad esse collegata. La loro dimensione, il loro valore posizionale, la loro disposizione e localizzazione individuano un modello insediativo policentrico basato sulla relazione oppositiva tra una concentrazione densa e misurata dell’edificato, i cui spazi sono in grado di esprimere una ‘internità’ tipicamente urbana e l’‘esternità’ degli intervalli di natura che separano le città e le rendono riconoscibili come figure del paesaggio. I casi di studio di Locorotondo, Putignano e Ostuni esprimono queste differenze pur condividendo il modello generale