La comprensione delle tensioni della città contemporanea e, in particolare, di quelle che affondano le proprie radici in differenti modalità dell’abitare, concezioni e significati di cittadinanza è ancora una sfida alla base della messa in campo di azioni di risignificazione dello spazio urbano che favoriscano la costituzione di “spazi di contatto” in cui rendere possibile l’incontro e il dialogo incondizionato tra popolazioni stanziali e migranti. Questo contributo illustra un’esperienza di ricerca che, coinvolgendo attivamente i migranti residenti nei centri di accoglienza sardi e muovendosi oltre concezioni usuali di inclusione e integrazione dei migranti, ha indagato nella pratica le possibilità di costituzione di spazi di contatto in cui popolazioni radicate e migranti scrivono congiuntamente nuove narrative di convivenza urbana. In particolare, in questo contributo, si restituisce l’esito di un’indagine mirata a comprendere le spazialità del contatto dei migranti e a coglierne le implicazioni per politiche urbane di accoglienza che si confrontino con le tensioni associate alla trasformazione del senso di appartenenza e di qualità dello spazio fisico innescate dell’abitare in movimento e temporaneo. Ciò che emerge è la città in azione in cui in cui soggetti e luoghi diversi generano narrative e pratiche dell’abitare che sciolgono le tensioni dell’abitare aprendo la città alla molteplicità.
Apprendere dalla città in azione / Igor Marshall Achy, Kotchy; Coulibaly, Bakary; Serreli, Silvia; Monno, Valeria. - STAMPA. - Workshop 2.2(2019). (Intervento presentato al convegno Confini, movimenti, luoghi. Politiche e progetti per città e territori in transizione : XXI Conferenza Nazionale Società Italiana degli Urbanisti tenutosi a Firenze nel 6-8 giugno 2018).
Apprendere dalla città in azione
Monno Valeria
2019-01-01
Abstract
La comprensione delle tensioni della città contemporanea e, in particolare, di quelle che affondano le proprie radici in differenti modalità dell’abitare, concezioni e significati di cittadinanza è ancora una sfida alla base della messa in campo di azioni di risignificazione dello spazio urbano che favoriscano la costituzione di “spazi di contatto” in cui rendere possibile l’incontro e il dialogo incondizionato tra popolazioni stanziali e migranti. Questo contributo illustra un’esperienza di ricerca che, coinvolgendo attivamente i migranti residenti nei centri di accoglienza sardi e muovendosi oltre concezioni usuali di inclusione e integrazione dei migranti, ha indagato nella pratica le possibilità di costituzione di spazi di contatto in cui popolazioni radicate e migranti scrivono congiuntamente nuove narrative di convivenza urbana. In particolare, in questo contributo, si restituisce l’esito di un’indagine mirata a comprendere le spazialità del contatto dei migranti e a coglierne le implicazioni per politiche urbane di accoglienza che si confrontino con le tensioni associate alla trasformazione del senso di appartenenza e di qualità dello spazio fisico innescate dell’abitare in movimento e temporaneo. Ciò che emerge è la città in azione in cui in cui soggetti e luoghi diversi generano narrative e pratiche dell’abitare che sciolgono le tensioni dell’abitare aprendo la città alla molteplicità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.