Il contributo affronta criticamente la questione della forma degli insediamenti di villeggiatura del territorio costiero sud-barese, ragionando sulla relazione tra idea di città, principi insediativi e forma naturale del territorio stesso. L’assunto di partenza è nel valore attribuito alla natura, intesa non tanto nella sua accezione sintetica e figurativa di “paesaggio”, ma soprattutto come struttura fisica dotata di specifici caratteri formali e spaziali, descrivibili attraverso la topografia e la topologia, e in quanto tale capace di fornire elementi utili alla scelta e alla definizione e dei principi insediativi. La geografia dei luoghi possiede ed esprime, infatti, misure, ritmi, orientamenti, gerarchie, e spazialità, elementi che il progetto di architettura, soprattutto nell'atto della fondazione di nuovi insediamenti, deve saper riconoscere ed esprimere attraverso le sue forme, definendo un'idea di relazione con essi. È questa la lezione della città antica: assumere la forma fisica del territorio come elemento della costruzione della città, ovvero come "radice etimologica della sua forma". L'idea della città giardino, così come intesa ed interpretata dalla cultura contemporanea dell'abitare, sembra essere inadeguata all'assunzione di questi caratteri dei luoghi, delle differenze e delle peculiarità espresse dalla loro forma fisica, a causa del suo principio insediativo che implica la diffusione indifferente e pervasiva sul territorio di unità edilizie seriali e ripetitive (recinti con ville all'interno) tenute insieme da una maglia funzionale di percorsi. Questo è evidente soprattutto in un territorio come quello della costa sud-barese, il cui carattere "tellurico", espresso dalle incisioni carsiche delle lame e dallo spessore e articolazione delle falesie che definiscono la linea di costa, non è riconosciuto dagli insediamenti contemporanei che lo occupano con indifferenza. Eppure l'idea storica di costruzione di questo territorio per "capisaldi", per "isole" architettoniche nella natura (abbazie, masserie, villaggi di pescatori, ...), cioè per sistemi finiti che si addensano nei punti cospicui definiti dalla sua orografia, commentando ed esaltandone la forma fisica, è ancora leggibile e testimonia per differenza la sua validità in quanto ordine formale capace di rappresentare l'identità di questi luoghi. Un ordine formale che, opportunamente rinnovato attraverso l'assunzione di nuovi paradigmi, può definire nuove idee di città corrispondenti non solo al nostro modo di intendere il rapporto con la natura ma soprattutto al carattere di quei luoghi la cui vocazione è basata proprio sulla bellezza della natura stessa.
Addensamento versus dispersione. Ragionamenti sulla forma degli insediamenti di villeggiatura del territorio costiero sud-barese / Defilippis, Francesco. - STAMPA. - (2012), pp. 147-154. (Intervento presentato al convegno Milano Marittima 100. Paesaggi e architetture per il turismo balneare tenutosi a Milano Marittima nel 25-26 ottobre 2012).
Addensamento versus dispersione. Ragionamenti sulla forma degli insediamenti di villeggiatura del territorio costiero sud-barese
Francesco Defilippis
2012-01-01
Abstract
Il contributo affronta criticamente la questione della forma degli insediamenti di villeggiatura del territorio costiero sud-barese, ragionando sulla relazione tra idea di città, principi insediativi e forma naturale del territorio stesso. L’assunto di partenza è nel valore attribuito alla natura, intesa non tanto nella sua accezione sintetica e figurativa di “paesaggio”, ma soprattutto come struttura fisica dotata di specifici caratteri formali e spaziali, descrivibili attraverso la topografia e la topologia, e in quanto tale capace di fornire elementi utili alla scelta e alla definizione e dei principi insediativi. La geografia dei luoghi possiede ed esprime, infatti, misure, ritmi, orientamenti, gerarchie, e spazialità, elementi che il progetto di architettura, soprattutto nell'atto della fondazione di nuovi insediamenti, deve saper riconoscere ed esprimere attraverso le sue forme, definendo un'idea di relazione con essi. È questa la lezione della città antica: assumere la forma fisica del territorio come elemento della costruzione della città, ovvero come "radice etimologica della sua forma". L'idea della città giardino, così come intesa ed interpretata dalla cultura contemporanea dell'abitare, sembra essere inadeguata all'assunzione di questi caratteri dei luoghi, delle differenze e delle peculiarità espresse dalla loro forma fisica, a causa del suo principio insediativo che implica la diffusione indifferente e pervasiva sul territorio di unità edilizie seriali e ripetitive (recinti con ville all'interno) tenute insieme da una maglia funzionale di percorsi. Questo è evidente soprattutto in un territorio come quello della costa sud-barese, il cui carattere "tellurico", espresso dalle incisioni carsiche delle lame e dallo spessore e articolazione delle falesie che definiscono la linea di costa, non è riconosciuto dagli insediamenti contemporanei che lo occupano con indifferenza. Eppure l'idea storica di costruzione di questo territorio per "capisaldi", per "isole" architettoniche nella natura (abbazie, masserie, villaggi di pescatori, ...), cioè per sistemi finiti che si addensano nei punti cospicui definiti dalla sua orografia, commentando ed esaltandone la forma fisica, è ancora leggibile e testimonia per differenza la sua validità in quanto ordine formale capace di rappresentare l'identità di questi luoghi. Un ordine formale che, opportunamente rinnovato attraverso l'assunzione di nuovi paradigmi, può definire nuove idee di città corrispondenti non solo al nostro modo di intendere il rapporto con la natura ma soprattutto al carattere di quei luoghi la cui vocazione è basata proprio sulla bellezza della natura stessa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.