Il paesaggio del Mediterraneo meridionale è caratterizzato da una forte antropizzazione del suolo in tutte le sue declinazioni e assetti, oltre che da uno stretto rapporto di continuità tra configurazioni architettoniche, urbane e territoriali. Qui le stesse forme architettoniche all’origine degli insediamenti sono state declinate nei tessuti agrari, le stesse tecniche sostenibili che hanno reso possibile abitare territori scarsi di risorse sono state applicate sia alla città che al territorio, trasformando queste regioni in vere e proprie “oasi”. Particolarmente significativo, a questo proposito, è il caso della Valle d’Itria, in cui la sommatoria di caratteri comuni declinati a tutte le scale dell’architettura (nei sistemi urbani, nelle unità minime insediative extraurbane e nei tessuti agrari) ne ha definito la sostenibilità urbana e l’individualità paesaggistica. Nel passaggio al moderno, questa continuità paesaggistica diffusa nella regione mediterranea è stata interrotta, e i nostri borghi hanno perso il loro carattere di sostenibilità autoindotta. Tra estetica, produzione, e pratiche sociali, questo saggio intende riflettere sul ruolo del progetto dei “giardini produttivi” come volano per una ricucitura del rapporto sostenibile tra borgo e campagna
Borghi e paesaggio: continuità morfologiche e assetti sostenibili / Neglia, Giulia Annalinda - In: Borghi fragili / [a cura di] M. Saponaro, M. Turchiarulo. - STAMPA. - Altamura : Lab Edizioni, 2019. - ISBN 978-88-97796-23-7. - pp. 168-174
Borghi e paesaggio: continuità morfologiche e assetti sostenibili
Giulia Annalinda Neglia
2019-01-01
Abstract
Il paesaggio del Mediterraneo meridionale è caratterizzato da una forte antropizzazione del suolo in tutte le sue declinazioni e assetti, oltre che da uno stretto rapporto di continuità tra configurazioni architettoniche, urbane e territoriali. Qui le stesse forme architettoniche all’origine degli insediamenti sono state declinate nei tessuti agrari, le stesse tecniche sostenibili che hanno reso possibile abitare territori scarsi di risorse sono state applicate sia alla città che al territorio, trasformando queste regioni in vere e proprie “oasi”. Particolarmente significativo, a questo proposito, è il caso della Valle d’Itria, in cui la sommatoria di caratteri comuni declinati a tutte le scale dell’architettura (nei sistemi urbani, nelle unità minime insediative extraurbane e nei tessuti agrari) ne ha definito la sostenibilità urbana e l’individualità paesaggistica. Nel passaggio al moderno, questa continuità paesaggistica diffusa nella regione mediterranea è stata interrotta, e i nostri borghi hanno perso il loro carattere di sostenibilità autoindotta. Tra estetica, produzione, e pratiche sociali, questo saggio intende riflettere sul ruolo del progetto dei “giardini produttivi” come volano per una ricucitura del rapporto sostenibile tra borgo e campagnaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.