Nei progetti di Fernand Pouillon per la periferia parigina è possibile riconoscere una stretta corrispondenza tra l’elaborazione di una teoria del progetto urbano e la possibilità di determinare la felicità dell’uomo attraverso l’architettura della città. Come una ‘questione sociale’, questa costituisce il fine ultimo di quello che lui stesso definisce un ‘mestiere sociale’, e il suo perseguimento viene collocato all’interno di una dimensione ‘politica’, che ha cioè il proprio fine nell’attuazione di un diritto della società anche attraverso la costruzione consapevole della forma architettonica che più intimamente la possa rappresentare: la città. Per questa ragione la ricerca di Pouillon trascende costantemente in una dimensione ‘urbana’ il bisogno individuale dell’abitare, affermando ancora la possibilità di costruire, anche attraverso il ricorso esclusivo alla residenza, gli spazi pubblici della città: «volumi […] d’aria e di luce, la cui varietà causa la felicità o il malessere dei suoi abitanti».
Città della felicità. I quartieri residenziali di Fernand Pouillon nella periferia parigina / Nitti, Antonio. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - ELETTRONICO. - 272 special issue:(2017), pp. 531-536.
Città della felicità. I quartieri residenziali di Fernand Pouillon nella periferia parigina
Antonio Nitti
2017-01-01
Abstract
Nei progetti di Fernand Pouillon per la periferia parigina è possibile riconoscere una stretta corrispondenza tra l’elaborazione di una teoria del progetto urbano e la possibilità di determinare la felicità dell’uomo attraverso l’architettura della città. Come una ‘questione sociale’, questa costituisce il fine ultimo di quello che lui stesso definisce un ‘mestiere sociale’, e il suo perseguimento viene collocato all’interno di una dimensione ‘politica’, che ha cioè il proprio fine nell’attuazione di un diritto della società anche attraverso la costruzione consapevole della forma architettonica che più intimamente la possa rappresentare: la città. Per questa ragione la ricerca di Pouillon trascende costantemente in una dimensione ‘urbana’ il bisogno individuale dell’abitare, affermando ancora la possibilità di costruire, anche attraverso il ricorso esclusivo alla residenza, gli spazi pubblici della città: «volumi […] d’aria e di luce, la cui varietà causa la felicità o il malessere dei suoi abitanti».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.