Il presente contributo si focalizza sull’esperienza condotta all’interno del Laboratorio di Progettazione Architettonica I all’interno del DICAR – Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari nell’A.A. 2017-2018. Il tema annuale della casa d’abitazione, sviluppato attraverso l’analisi di alcuni casi paradigmatici dei Maestri del Novecento e della contemporaneità e attraverso l’esercizio progettuale, è stato affrontato attraverso una duplice tensione volta al riconoscimento dei principi generali della composizione architettonica e, allo stesso tempo, all’applicazione del tema e alla declinazione degli stessi principi in rapporto alla particolare condizione del territorio pugliese. Un territorio, questo, costruito attraverso la disposizione capillare di organismi architettonici di differente complessità, accomunati dalla volontà di ‘abitare’ la natura e dalla capacità di interpretare, attraverso la propria forma e il proprio carattere, la sua ‘identità’ complessa, ma interessato negli ultimi anni da una edificazione diffusa e indifferente che non ne ha saputo riconoscere il suo senso più profondo. Il Laboratorio si è dunque sviluppato a partire dal riconoscimento di questa crisi e dalla necessità di dare un fondamento teorico alla sua soluzione. Se dunque lo studio analitico ha interpretato e ordinato i paradigmi individuati attraverso temi compositivi definiti secondo un’aspirazione alla generalità (la casa attorno a un vuoto; la casa come società di stanze; la casa tra due muri; la casa a torre; la casa a blocco-il raumplan; la casa sotto un tetto), l’esercizio progettuale si è sviluppato a partire dal riconoscimento della vocazione propria di alcuni tòpoi del paesaggio pugliese individuati nell’agro di Ostuni (lungo la costa: in un’insenatura, su una punta; nella piana olivetata: il ciglio di una lama, il fronte di una cava; sul gradino murgiano: il versante terrazzato, il promontorio) ad accogliere questi paradigmi, e a consentire la declinazione degli stessi in funzione delle forme e del carattere dei luoghi.
Abitare la natura: Case nell’agro di Ostuni / Nitti, Antonio. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 627-630. (Intervento presentato al convegno VII Forum di ProArch, Società Scientifica nazionale dei docenti ICAR 14, 15 e 16 tenutosi a Milano nel 16-17 novembre 2018).
Abitare la natura: Case nell’agro di Ostuni
antonio nitti
2019-01-01
Abstract
Il presente contributo si focalizza sull’esperienza condotta all’interno del Laboratorio di Progettazione Architettonica I all’interno del DICAR – Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari nell’A.A. 2017-2018. Il tema annuale della casa d’abitazione, sviluppato attraverso l’analisi di alcuni casi paradigmatici dei Maestri del Novecento e della contemporaneità e attraverso l’esercizio progettuale, è stato affrontato attraverso una duplice tensione volta al riconoscimento dei principi generali della composizione architettonica e, allo stesso tempo, all’applicazione del tema e alla declinazione degli stessi principi in rapporto alla particolare condizione del territorio pugliese. Un territorio, questo, costruito attraverso la disposizione capillare di organismi architettonici di differente complessità, accomunati dalla volontà di ‘abitare’ la natura e dalla capacità di interpretare, attraverso la propria forma e il proprio carattere, la sua ‘identità’ complessa, ma interessato negli ultimi anni da una edificazione diffusa e indifferente che non ne ha saputo riconoscere il suo senso più profondo. Il Laboratorio si è dunque sviluppato a partire dal riconoscimento di questa crisi e dalla necessità di dare un fondamento teorico alla sua soluzione. Se dunque lo studio analitico ha interpretato e ordinato i paradigmi individuati attraverso temi compositivi definiti secondo un’aspirazione alla generalità (la casa attorno a un vuoto; la casa come società di stanze; la casa tra due muri; la casa a torre; la casa a blocco-il raumplan; la casa sotto un tetto), l’esercizio progettuale si è sviluppato a partire dal riconoscimento della vocazione propria di alcuni tòpoi del paesaggio pugliese individuati nell’agro di Ostuni (lungo la costa: in un’insenatura, su una punta; nella piana olivetata: il ciglio di una lama, il fronte di una cava; sul gradino murgiano: il versante terrazzato, il promontorio) ad accogliere questi paradigmi, e a consentire la declinazione degli stessi in funzione delle forme e del carattere dei luoghi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.