Il territorio italiano si è costruito storicamente attraverso una miriade di centri abitati, dotati di un carattere di urbanità che è rintracciabile fin nel più modesto di essi, al punto che è possibile assumerlo come una vera cifra genetica. Piccole e grandi città, come ha sottolineato Francesco Venezia, hanno costruito l’Italia: «un “paesaggio classico”, non rintracciabile altrove, frutto della millenaria armonia tra edificazione e orografia, tra forme dell’uomo e forme della natura». La penisola salentina, in particolare, testimonia questa vocazione antica con particolare evidenza, essendo insediata attraverso una fitta rete di piccole città, tra le quali vi è Latiano, costruite all’interno di un paesaggio che è stato “deposito delle fatiche umane”, in uno stretto rapporto morfologico e semantico con la natura artificiale della campagna coltivata. Nella consapevolezza che il nostro tempo, parafrasando Venezia, chiede di curare quella “qualità diffusa” che ha reso tale il Belpaese a partire da quei borghi che costituiscono quantitativamente la maggior parte della realtà urbana italiana, è necessario quindi tornare a ripensare ad essi anche da un punto di vista morfologico, poiché solo in questo modo è possibile sviluppare una rinnovata riflessione su quella che forse è possibile definire come “l’architettura della piccola città”. Se affrontata in tutta la sua profondità, questa occasione può offrire la straordinaria possibilità di interrogarsi nuovamente su quei valori urbani che lo “spazio minuto” può esprimere, se assunto non semplicemente in quanto lascito formale della città storica, ma anche come possibile risorsa di complessità spaziale per l’abitare contemporaneo. Da questo punto di vista è quindi possibile affrontare una rinnovata interpretazione del patrimonio urbano espresso attraverso le forme della ‘piccola piazza’, della ‘piccola strada’, del ‘vicinato’, del ‘vicolo’, del ‘giardino’ e dell’‘orto urbano’, guardando ad essi come forme suscettibili di trasformazione, allo scopo di indagare la loro possibile nuova corrispondenza ai modi dell’abitare che ci sono propri e che si sono modificati nel tempo.

In-Between – Luoghi pubblici nella campagna. Il parco delle scuole in via Fosse Ardeatine / Nitti, Antonio. - STAMPA. - (2019), pp. 51-55.

In-Between – Luoghi pubblici nella campagna. Il parco delle scuole in via Fosse Ardeatine

Antonio Nitti
2019-01-01

Abstract

Il territorio italiano si è costruito storicamente attraverso una miriade di centri abitati, dotati di un carattere di urbanità che è rintracciabile fin nel più modesto di essi, al punto che è possibile assumerlo come una vera cifra genetica. Piccole e grandi città, come ha sottolineato Francesco Venezia, hanno costruito l’Italia: «un “paesaggio classico”, non rintracciabile altrove, frutto della millenaria armonia tra edificazione e orografia, tra forme dell’uomo e forme della natura». La penisola salentina, in particolare, testimonia questa vocazione antica con particolare evidenza, essendo insediata attraverso una fitta rete di piccole città, tra le quali vi è Latiano, costruite all’interno di un paesaggio che è stato “deposito delle fatiche umane”, in uno stretto rapporto morfologico e semantico con la natura artificiale della campagna coltivata. Nella consapevolezza che il nostro tempo, parafrasando Venezia, chiede di curare quella “qualità diffusa” che ha reso tale il Belpaese a partire da quei borghi che costituiscono quantitativamente la maggior parte della realtà urbana italiana, è necessario quindi tornare a ripensare ad essi anche da un punto di vista morfologico, poiché solo in questo modo è possibile sviluppare una rinnovata riflessione su quella che forse è possibile definire come “l’architettura della piccola città”. Se affrontata in tutta la sua profondità, questa occasione può offrire la straordinaria possibilità di interrogarsi nuovamente su quei valori urbani che lo “spazio minuto” può esprimere, se assunto non semplicemente in quanto lascito formale della città storica, ma anche come possibile risorsa di complessità spaziale per l’abitare contemporaneo. Da questo punto di vista è quindi possibile affrontare una rinnovata interpretazione del patrimonio urbano espresso attraverso le forme della ‘piccola piazza’, della ‘piccola strada’, del ‘vicinato’, del ‘vicolo’, del ‘giardino’ e dell’‘orto urbano’, guardando ad essi come forme suscettibili di trasformazione, allo scopo di indagare la loro possibile nuova corrispondenza ai modi dell’abitare che ci sono propri e che si sono modificati nel tempo.
2019
Re-think Latiano : progetti di rigenerazione del paesaggio urbano
978-88-6764-157-4
Libria
In-Between – Luoghi pubblici nella campagna. Il parco delle scuole in via Fosse Ardeatine / Nitti, Antonio. - STAMPA. - (2019), pp. 51-55.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/198397
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