Progetti di riqualificazione | rigenerazione urbana: occasione per un risanamento di anomalie morfologiche

I progetti di rinnovo urbano di porzioni di città, di spazi residuali, di aree dismesse, di aree periferiche evidenziano una riflessione non sempre concorde su come trattare queste aree. Molti progetti sembrano rivolti verso l’unico obiettivo di riempire gli spazi liberi, secondo una logica più attenta ai metri cubi da costruire piuttosto che al risanamento di anomalie morfologiche, occasione per valutare e misurare le possibilità della trasformazione di questi luoghi e della città che li ha generati. Gli interventi in queste aree dovrebbero servire a costituire nuovi parametri di qualità urbana e a mettere a punto strumenti di progettazione di un nuovo assetto della città. Le aree su cui si interviene non sono terreni di conquista, spazi da riempire a ogni costo. Si progetta non solamente realizzando continuità edilizie ma anche producendo fratture, rafforzando parti urbane, costruendo trame urbane, riflettendo sui luoghi urbani temporaneamente non usati, ritrovando quella cultura della forma (Cusmano), che da sempre ha sotteso alla costruzione della città, e la sua capacità di trovare continuità e di mettere a punto tessere nuove. La constatazione della perdita della forma urbana, l’insoddisfazione per le soluzioni insediative dei nuovi quartieri hanno portato a una nuova attenzione per la qualità della città fisica, a riconoscere l’importanza degli spazi aperti nella definizione della forma, struttura e articolazione dello spazio urbano e della qualità urbana, alla riscoperta degli studi morfologici, alla riconsiderazione dello spazio pubblico e dei tessuti insediativi, alle riflessioni teoriche e alle sperimentazioni per un progetto di suolo (Secchi), al rinnovato interesse per il progetto urbano e per l’Urban Design.