La riconfigurazione imposta nel corso del XIX secolo alla chiesa dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio con la contrazione in lunghezza e il ribaltamento dell'ingresso ha negato non solo il valore architettonico di un antico complesso abbaziale, segnatamente dell'edificio di culto, ma anche lo stretto rapporto tra il culto e il monumento. Si tratta di una drastica trasformazione che ha cambiato irreversibilmente i caratteri dell'organismo architettonico. Oggi sarebbe inattuale un ritorno all'antico, in quanto si ridurrebbe lo spessore storico del tempo trascorso. Si può pensare di promuovere un'efficace azione di tutela che tenga conto del valore dell'opera letta nella sua consistenza fisica e nelle sue implicazioni storiche, estetiche e religiose, ponendo attenzione al ruolo interpretativo del restauro. Il problema sarà garantire il rispetto dell'opera e riviverne i significati valutando la possibilità o meno di rievocare l'antica spazialità a partire dalle tracce superstiti ricorrendo eventualmente ad un atto creativo, pur sempre criticamente controllato.

L’abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio ad Amandola (AP): il rapporto tra fonti e fabbrica finalizzato alla conservazione / De Cadilhac, Rossella. - CD-ROM. - (2011), pp. 69-73. (Intervento presentato al convegno VI Congresso internazionale Le pietre e l’eterno: architetture religiose: costruzioni e restauro tenutosi a Roma nel 18-21 marzo 2002).

L’abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio ad Amandola (AP): il rapporto tra fonti e fabbrica finalizzato alla conservazione

De Cadilhac, Rossella
2011-01-01

Abstract

La riconfigurazione imposta nel corso del XIX secolo alla chiesa dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio con la contrazione in lunghezza e il ribaltamento dell'ingresso ha negato non solo il valore architettonico di un antico complesso abbaziale, segnatamente dell'edificio di culto, ma anche lo stretto rapporto tra il culto e il monumento. Si tratta di una drastica trasformazione che ha cambiato irreversibilmente i caratteri dell'organismo architettonico. Oggi sarebbe inattuale un ritorno all'antico, in quanto si ridurrebbe lo spessore storico del tempo trascorso. Si può pensare di promuovere un'efficace azione di tutela che tenga conto del valore dell'opera letta nella sua consistenza fisica e nelle sue implicazioni storiche, estetiche e religiose, ponendo attenzione al ruolo interpretativo del restauro. Il problema sarà garantire il rispetto dell'opera e riviverne i significati valutando la possibilità o meno di rievocare l'antica spazialità a partire dalle tracce superstiti ricorrendo eventualmente ad un atto creativo, pur sempre criticamente controllato.
2011
VI Congresso internazionale Le pietre e l’eterno: architetture religiose: costruzioni e restauro
978-88-97236-03-0
L’abbazia dei SS. Vincenzo e Anastasio ad Amandola (AP): il rapporto tra fonti e fabbrica finalizzato alla conservazione / De Cadilhac, Rossella. - CD-ROM. - (2011), pp. 69-73. (Intervento presentato al convegno VI Congresso internazionale Le pietre e l’eterno: architetture religiose: costruzioni e restauro tenutosi a Roma nel 18-21 marzo 2002).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/207230
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