Quel che sono oggi, lo devo in gran parte ad un Maestro ostile e burbero che, durante i miei tre anni di un forzosamente posticipato dottorato, mi ha inspiegabilmente inflitto terribili pene. Ancora adesso, ad oltre un anno dalla sua scomparsa, mi interrogo sul rapporto complicato che da allieva non cooptata, diligente, ma forse un po' troppo ribelle, del Dottorato in Progettazione architettonica per i Paesi del Mediterraneo (XXI ciclo), avevo con il famigerato Coordinatore, padre fondatore della Scuola di Architettura di Bari. Un rapporto fatto di amore e odio, di grandi slanci e rovinosi duelli; un rapporto conflittuale che mi ha relegato, per anni, nel limbo delle anime dalle ali spezzate, condannate ad essere dimenticate. Oggi, sono un professore associato in Progettazione architettonica e urbana che avversa il conservatorismo culturale e l’autoreferenzialità del sistema accademico di produzione del sapere: non lo devo al mio Maestro, ma alla tenacia e all’ostinazione che, a causa sua (o forse, dovrei riconoscere, grazie a lui), ho dovuto esercitare negli anni, spinta più che da un naturale istinto di “sopravvivenza accademica”, da una grande passione per l’architettura e la ricerca. Sì, perché quello del ricercatore è uno stato mentale, un modo di essere che, se ti appartiene, non può esserti strappato via, per nessuna ragione al mondo. Le missioni scientifiche in Egitto, finalizzate allo studio dell’architettura italiana d’oltremare, hanno segnato il corso della mia vita da ricercatore e non solo. Uno studio poderoso e inedito, raccolto in un volume bilingue, ha suscitato l’attenzione del Ministero degli Affari Esteri, del Consolato italiano di Alessandria d’Egitto, dell’Istituto italiano del Cairo, al punto da guadagnarmi l’invito, nell’ottobre del 2012, alla prestigiosa Settimana della lingua e della Cultura italiana nel Mondo, per presentare le mie ultime fatiche, anche attraverso una mostra fotografica. Il mio Coordinatore ne fu estremamente orgoglioso, tanto che scrisse subito al mio editore Gangemi.
Sui maestri. Diario di una ex-dottoranda / Turchiarulo, Mariangela - In: Claudio D'Amato Guerrieri e la “scuola barese” di architettura : a trent’anni dall’istituzione del Politecnico di Bari e della Facoltà di Architettura / [a cura di] G. Fallacara, A. Restucci. - STAMPA. - Roma : Gangemi, 2020. - ISBN 9788849239843. - pp. 305-315
Sui maestri. Diario di una ex-dottoranda
Mariangela Turchiarulo
2020
Abstract
Quel che sono oggi, lo devo in gran parte ad un Maestro ostile e burbero che, durante i miei tre anni di un forzosamente posticipato dottorato, mi ha inspiegabilmente inflitto terribili pene. Ancora adesso, ad oltre un anno dalla sua scomparsa, mi interrogo sul rapporto complicato che da allieva non cooptata, diligente, ma forse un po' troppo ribelle, del Dottorato in Progettazione architettonica per i Paesi del Mediterraneo (XXI ciclo), avevo con il famigerato Coordinatore, padre fondatore della Scuola di Architettura di Bari. Un rapporto fatto di amore e odio, di grandi slanci e rovinosi duelli; un rapporto conflittuale che mi ha relegato, per anni, nel limbo delle anime dalle ali spezzate, condannate ad essere dimenticate. Oggi, sono un professore associato in Progettazione architettonica e urbana che avversa il conservatorismo culturale e l’autoreferenzialità del sistema accademico di produzione del sapere: non lo devo al mio Maestro, ma alla tenacia e all’ostinazione che, a causa sua (o forse, dovrei riconoscere, grazie a lui), ho dovuto esercitare negli anni, spinta più che da un naturale istinto di “sopravvivenza accademica”, da una grande passione per l’architettura e la ricerca. Sì, perché quello del ricercatore è uno stato mentale, un modo di essere che, se ti appartiene, non può esserti strappato via, per nessuna ragione al mondo. Le missioni scientifiche in Egitto, finalizzate allo studio dell’architettura italiana d’oltremare, hanno segnato il corso della mia vita da ricercatore e non solo. Uno studio poderoso e inedito, raccolto in un volume bilingue, ha suscitato l’attenzione del Ministero degli Affari Esteri, del Consolato italiano di Alessandria d’Egitto, dell’Istituto italiano del Cairo, al punto da guadagnarmi l’invito, nell’ottobre del 2012, alla prestigiosa Settimana della lingua e della Cultura italiana nel Mondo, per presentare le mie ultime fatiche, anche attraverso una mostra fotografica. Il mio Coordinatore ne fu estremamente orgoglioso, tanto che scrisse subito al mio editore Gangemi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.