La dimensione estesa dei fenomeni di sprawl urban e di vertical sprawl hanno alimentato nel tempo il rapporto dicotomico tra città e campagna identificando progetti di spazi urbani orientati verso confini oltre la loro dimensione fisica. Le attuali condizioni di emergenza pandemica, che hanno investito la città contemporanea in tutto il mondo tanto in paesi sviluppati quanto in paesi in via di sviluppo, confermano ulteriormente la necessità di ricomporre l’originaria integrazione tra città e campagna nella piena consapevolezza di rendere gli spazi urbani sempre più sostenibili e le città sempre più inclusive. Questo contributo evidenzia come l’effetto della pandemia del Covid-19 abbia messo in luce vecchie e nuove problematiche che riguardano l’uso dello spazio pubblico, indispensabile nel soddisfare le necessità della vita associata, richiedendo un nuovo impegno a tecnici e a decisori nel ripensare forme che guardino a nuovi paradigmi di socialità e, nello specifico del tema trattato da queste note, una visione prospettica agrourbana non più procrastinabile. L’attuale pandemia ha sconvolto il normale scenario di vita delle nostre città, proponendo una nuova visione del vuoto nel paesaggio urbano e nella sospensione del tempo, all’interno dei quali lo scenario proposto dal lockdown ha imposto a tutti una nuova cultura nel ripensare forme di usi comuni e spazi pubblici urbani. In maniera indiscriminata l’emergenza sanitaria ha inoltre contribuito ad accentuare le differenze sociali e i divari economici già esistenti tra grandi città e centri minori, tra istituzioni e comunità, e la crisi sociale che ne è derivata ha inevitabilmente ridefinito singoli spazi, riadattandoli ad usi di contenimento e di prevenzione al contagio da Coronavirus. L’emergenza creata dal rapido diffondersi del Covid-19 ha interessato inevitabilmente l’intero tessuto planetario e il sistema economico mondiale organizzando un modello di governance delle città orientato verso un ordine distanziato che, riducendo la libertà sociale e gli spostamenti delle comunità, ha modificato altresì la normale vita urbana messa in quarantena in limitati e determinati spazi domestici. (Settis S., 2020) Alla luce di questa inedita situazione l’urbanistica deve affrontare una nuova sfida; guardare a modelli di progetto urbano che strutturino una base di nuovi immaginari di città, cercando di rigenerare servizi ecosistemici per i propri abitanti, basati non soltanto sulla dotazione di grandi aree di verde urbano, ma fondati sul bisogno incessante di produrre una nuova agroruralità come alternativa all’urbanizzazione e al complementare fenomeno di consumo di suolo. (Tonietti U., 2020)
Oltre la città: Ripensare lo spazio urbano e rurale per le città nell’era post Covid-19 / D'Onghia, Vito. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - STAMPA. - 289 s.i.(2020), pp. 1-4. (Intervento presentato al convegno XII Giornata Internazionale di Studio INU : Benessere e/o salute? 90 anni di studi, politiche, piani tenutosi a Virtual Meeting (Napoli, Italy) nel December 18, 2020).
Oltre la città: Ripensare lo spazio urbano e rurale per le città nell’era post Covid-19
Vito D'Onghia
2020-01-01
Abstract
La dimensione estesa dei fenomeni di sprawl urban e di vertical sprawl hanno alimentato nel tempo il rapporto dicotomico tra città e campagna identificando progetti di spazi urbani orientati verso confini oltre la loro dimensione fisica. Le attuali condizioni di emergenza pandemica, che hanno investito la città contemporanea in tutto il mondo tanto in paesi sviluppati quanto in paesi in via di sviluppo, confermano ulteriormente la necessità di ricomporre l’originaria integrazione tra città e campagna nella piena consapevolezza di rendere gli spazi urbani sempre più sostenibili e le città sempre più inclusive. Questo contributo evidenzia come l’effetto della pandemia del Covid-19 abbia messo in luce vecchie e nuove problematiche che riguardano l’uso dello spazio pubblico, indispensabile nel soddisfare le necessità della vita associata, richiedendo un nuovo impegno a tecnici e a decisori nel ripensare forme che guardino a nuovi paradigmi di socialità e, nello specifico del tema trattato da queste note, una visione prospettica agrourbana non più procrastinabile. L’attuale pandemia ha sconvolto il normale scenario di vita delle nostre città, proponendo una nuova visione del vuoto nel paesaggio urbano e nella sospensione del tempo, all’interno dei quali lo scenario proposto dal lockdown ha imposto a tutti una nuova cultura nel ripensare forme di usi comuni e spazi pubblici urbani. In maniera indiscriminata l’emergenza sanitaria ha inoltre contribuito ad accentuare le differenze sociali e i divari economici già esistenti tra grandi città e centri minori, tra istituzioni e comunità, e la crisi sociale che ne è derivata ha inevitabilmente ridefinito singoli spazi, riadattandoli ad usi di contenimento e di prevenzione al contagio da Coronavirus. L’emergenza creata dal rapido diffondersi del Covid-19 ha interessato inevitabilmente l’intero tessuto planetario e il sistema economico mondiale organizzando un modello di governance delle città orientato verso un ordine distanziato che, riducendo la libertà sociale e gli spostamenti delle comunità, ha modificato altresì la normale vita urbana messa in quarantena in limitati e determinati spazi domestici. (Settis S., 2020) Alla luce di questa inedita situazione l’urbanistica deve affrontare una nuova sfida; guardare a modelli di progetto urbano che strutturino una base di nuovi immaginari di città, cercando di rigenerare servizi ecosistemici per i propri abitanti, basati non soltanto sulla dotazione di grandi aree di verde urbano, ma fondati sul bisogno incessante di produrre una nuova agroruralità come alternativa all’urbanizzazione e al complementare fenomeno di consumo di suolo. (Tonietti U., 2020)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.