Meditare per predicare: l’architettura cappuccina di Puglia tra dinamiche insediative e pratiche di vita comunitaria (paragrafo "Caratteri e simbologia delle architetture cappuccine in Puglia", pp. 112-122)

Founded on principles originating from the Costitutiones and conceived as territorial ‘principals’ for the evangelical mission, the convent complexes of the Capuchin friars confirm the settlement strategy of the religious Order. This strategy was clearly evident in Puglia where the phenomenon established itself between the 16th and 17th centuries. They are architectures where the meditative quiet was flanked by missionary activism based on the itinerancy of the friars along the pilgrimage routes between the convents that drew a real mendicant geography of begging and apostolate. The isolation from urban centers, the introverted character, the minimalism and the essentiality of the buildings were the prerogatives to realize a project of common life marked by prayer and collective activities carried out in the rooms of the church, cloister, refectory and from the individual meditation professed in the intimate dormitory cells. The study of these insufficiently understood architectures, often in a precarious state of conservation, opens the way to a cognitive itinerary aimed at reconciling with history and offering a future perspective to a forgotten heritage.

Fondati a partire dalle Costitutiones e concepiti come ‘presidi’ territoriali per la missione evangelica, i complessi conventuali dei frati cappuccini confermano la strategia insediativa dell’Ordine religioso, ben evidente in Puglia dove il fenomeno minoritico si è affermato tra il XVI e il XVII secolo. Sono architetture dove alla quiete meditativa si affiancava l’attivismo missionario improntato sull’itineranza dei frati lungo le tratte del pellegrinaggio tra i conventi che disegnavano una vera e propria geografia mendicante delle questue e dell’apostolato. L’isolamento rispetto ai centri urbani, il carattere introverso, il minimalismo e l’essenzialità dei corpi di fabbrica costituivano le prerogative per realizzare un progetto di vita comune scandito dalla preghiera e dalle attività collettive svolte negli ambienti della chiesa, del chiostro, del refettorio e dalla meditazione individuale professata nelle intime celle del dormitorio. Lo studio di queste architetture non sufficientemente comprese, spesso in precario stato di conservazione, apre la strada ad un itinerario conoscitivo volto a riconciliarsi con la storia e ad offrire una prospettiva futura ad un patrimonio dimenticato.