Lo studio architettonico del complesso monastico di San Nicola di Agrigento è stato finalizzato a comprendere e chiarire, fin dove possibile, le principali fasi realizzative post-antiche e medioevali, in accordo con le finalità promosse dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi. I risultati del lavoro, raccolti nel presente volume, sono stati strutturati in tre brevi capitoli: il primo introduce il contesto storico - archeologico di Poggio San Nicola, dove è ubicata la chiesa; il secondo passa in rassegna le principali fasi realizzative del complesso monastico (chiesa-convento); il terzo fornisce una descrizione della chiesa, così come oggi si presenta, illustrandone anche i materiali artistici in essa custoditi, tra cui il prestigioso sarcofago romano di Fedra e Ippolito. Sempre nell’ambito della presente disamina, è stato effettuato un nuovo rilievo architettonico della chiesa di San Nicola e di alcuni ambienti ad essa pertinenti, come l’ex-coro, attualmente noto come auditorium Lizzi e destinato a ospitare eventi culturali. Al rilievo è stata dedicata un’apposita Appendice, a carattere informativo e documentario, in cui se ne descrive, la metodologia laser scanning impiegata. Dall’analisi autoptica delle strutture sono scaturite alcune osservazioni preliminari sulle fasi architettoniche della chiesa, che hanno permesso di rivedere l’opinione diffusa secondo cui essa, così come la vediamo oggi, sia il frutto di un’imitazione cinquecentesca dell’originale, pur avendo constatato il perpetrarsi d’importanti ricostruzioni avvenute in quel periodo. È stata, altresì, scartata l’ipotesi di fissare una cronologia assoluta della chiesa e del convento, per molteplici ragioni: da un lato, la presenza ad Agrigento di una plurisecolare tradizione del riuso dei materiali antichi, che durante le fasi post-antiche si accompagnò anche ad una permanenza della tecnica muraria impiegata (opera incerta);dall’altro, l’indisponibilità - e talvolta la perdita - di dati archeologici significativi, conseguenza diretta della più recente costruzione, sulle rovine del Convento, del Museo Archeologico. A queste ragioni si può aggiungere l’assenza di caratteri stilistici propri dell’architettura medioevale, dei complessi cistercensi in Italia e ancor più in Siciliai; si tratta di un aspetto che preclude la possibilità di distinguere e associare univocamente, a talune espressioni artistiche, le relative cronologie. Si è tentato, pertanto, di procedere al riconoscimento in situ delle principali fasi costruttive della chiesa di San Nicola e di quel che resta dell’ex-convento, nel tentativo di individuare tracce e segni, utili a stabilire una successione cronologica relativa, che tenga conto contemporaneamente del rilievo architettonico, dell’analisi autoptica delle strutture murarie e della letteratura scientifica sul tema.
Stabilitas Loci. La Chiesa e il Convento di S. Nicola di Agrigento / Santoro, Valentina. - STAMPA. - (2019), pp. 1-134.
Stabilitas Loci. La Chiesa e il Convento di S. Nicola di Agrigento
Valentina Santoro
2019-01-01
Abstract
Lo studio architettonico del complesso monastico di San Nicola di Agrigento è stato finalizzato a comprendere e chiarire, fin dove possibile, le principali fasi realizzative post-antiche e medioevali, in accordo con le finalità promosse dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi. I risultati del lavoro, raccolti nel presente volume, sono stati strutturati in tre brevi capitoli: il primo introduce il contesto storico - archeologico di Poggio San Nicola, dove è ubicata la chiesa; il secondo passa in rassegna le principali fasi realizzative del complesso monastico (chiesa-convento); il terzo fornisce una descrizione della chiesa, così come oggi si presenta, illustrandone anche i materiali artistici in essa custoditi, tra cui il prestigioso sarcofago romano di Fedra e Ippolito. Sempre nell’ambito della presente disamina, è stato effettuato un nuovo rilievo architettonico della chiesa di San Nicola e di alcuni ambienti ad essa pertinenti, come l’ex-coro, attualmente noto come auditorium Lizzi e destinato a ospitare eventi culturali. Al rilievo è stata dedicata un’apposita Appendice, a carattere informativo e documentario, in cui se ne descrive, la metodologia laser scanning impiegata. Dall’analisi autoptica delle strutture sono scaturite alcune osservazioni preliminari sulle fasi architettoniche della chiesa, che hanno permesso di rivedere l’opinione diffusa secondo cui essa, così come la vediamo oggi, sia il frutto di un’imitazione cinquecentesca dell’originale, pur avendo constatato il perpetrarsi d’importanti ricostruzioni avvenute in quel periodo. È stata, altresì, scartata l’ipotesi di fissare una cronologia assoluta della chiesa e del convento, per molteplici ragioni: da un lato, la presenza ad Agrigento di una plurisecolare tradizione del riuso dei materiali antichi, che durante le fasi post-antiche si accompagnò anche ad una permanenza della tecnica muraria impiegata (opera incerta);dall’altro, l’indisponibilità - e talvolta la perdita - di dati archeologici significativi, conseguenza diretta della più recente costruzione, sulle rovine del Convento, del Museo Archeologico. A queste ragioni si può aggiungere l’assenza di caratteri stilistici propri dell’architettura medioevale, dei complessi cistercensi in Italia e ancor più in Siciliai; si tratta di un aspetto che preclude la possibilità di distinguere e associare univocamente, a talune espressioni artistiche, le relative cronologie. Si è tentato, pertanto, di procedere al riconoscimento in situ delle principali fasi costruttive della chiesa di San Nicola e di quel che resta dell’ex-convento, nel tentativo di individuare tracce e segni, utili a stabilire una successione cronologica relativa, che tenga conto contemporaneamente del rilievo architettonico, dell’analisi autoptica delle strutture murarie e della letteratura scientifica sul tema.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.