Questo libro è l’esito, criticamente rivisto e aggiornato, della ricerca sviluppata tra il 1994 ed il 1997 all’internodel Dottorato di Ricerca dalle Facoltà consorziate di Palermo, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Esso si configura come un segmento del più generale campo tematico relativo allo studio della didattica del progetto di architettura in Italia ed è incentrato sull’insegnamento di Ludovico Quaroni nei corsi di Composizione Architettonica della Facoltà di Architettura di Roma, fra il 1963 e il 1973. Gli anni presi in considerazione sono quelli che vedono concentrate le questioni teoriche e metodologiche più cogenti del dibattito architettonico e urbanistico di questo periodo. Il tentativo di trovare strumenti di risoluzione di una “crisi” culturale che sta frammentando la disciplina architettonica all'interno di nuove forme interdisciplinari, coinciderà con la necessità di ribaltare il tradizionale ruolo del progetto e dell’azione stessa dell’architetto. Un ribaltamento dal quale deriveranno inediti scenari di ricerca destinati a segnare, da lì in poi, una nuova stagione didattica caratterizzata da metodi compositivi fondati su nuove scale, su nuovi fenomeni fisico-sociali, coincidenti con le dinamiche urbano-territoriali legate alla “nuova dimensione”. Il 1963 segna il definitivo passaggio di Ludovico Quaroni, dall’insegnamento “urbanistico” tenuto a Firenze dal 1959, a quello “architettonico” intrapreso nella Facoltà di Roma. È questa la stagione che Manfredo Tafuri definirà del rinnovato ritorno di Quaroni, all’Architettura. Un ritorno caratterizzato da una visione del tutto inedita rispetto al panorama culturale italiano, teso a riportare i temi e le metodiche riguardanti il progetto della Città, dalla materia urbanistica a quella architettonica, fino a concentrarla nella messa a punto di una vera e propria nuova disciplina, definita da Quaroni, del Disegno Urbano. Essa sarà il risultato di una riflessione che andrà dal primo approccio “territorialista”, all’avvicinamento alle questioni più propriamente “urbane”, quali quelle derivate dalle esperienze relative alle tesi di laurea elaborate tra il ‘69 e il ’73. Lavori che di fatto anticiperanno molti dei temi della futura ricerca architettonica, attivando una riflessione incentrata, d’ora in poi, sulla messa a punto di potenziali piani teorico-metodolologici intenti a rifondare la disciplina a partire dal ritorno alla sua principale materia di studio: la Città criticamente riconfigurata ai moti trasformazionali del nuovo Presente storico.
Ludovico Quaroni e la didattica dell'architettura nella Facoltà di Roma tra gli anni '60 e '70 : il progetto della Città e l'ampliamento dei confini disiciplinari / Riondino, Antonio. - STAMPA. - 42:(2012).
Ludovico Quaroni e la didattica dell'architettura nella Facoltà di Roma tra gli anni '60 e '70 : il progetto della Città e l'ampliamento dei confini disiciplinari
Antonio Riondino
2012-01-01
Abstract
Questo libro è l’esito, criticamente rivisto e aggiornato, della ricerca sviluppata tra il 1994 ed il 1997 all’internodel Dottorato di Ricerca dalle Facoltà consorziate di Palermo, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Esso si configura come un segmento del più generale campo tematico relativo allo studio della didattica del progetto di architettura in Italia ed è incentrato sull’insegnamento di Ludovico Quaroni nei corsi di Composizione Architettonica della Facoltà di Architettura di Roma, fra il 1963 e il 1973. Gli anni presi in considerazione sono quelli che vedono concentrate le questioni teoriche e metodologiche più cogenti del dibattito architettonico e urbanistico di questo periodo. Il tentativo di trovare strumenti di risoluzione di una “crisi” culturale che sta frammentando la disciplina architettonica all'interno di nuove forme interdisciplinari, coinciderà con la necessità di ribaltare il tradizionale ruolo del progetto e dell’azione stessa dell’architetto. Un ribaltamento dal quale deriveranno inediti scenari di ricerca destinati a segnare, da lì in poi, una nuova stagione didattica caratterizzata da metodi compositivi fondati su nuove scale, su nuovi fenomeni fisico-sociali, coincidenti con le dinamiche urbano-territoriali legate alla “nuova dimensione”. Il 1963 segna il definitivo passaggio di Ludovico Quaroni, dall’insegnamento “urbanistico” tenuto a Firenze dal 1959, a quello “architettonico” intrapreso nella Facoltà di Roma. È questa la stagione che Manfredo Tafuri definirà del rinnovato ritorno di Quaroni, all’Architettura. Un ritorno caratterizzato da una visione del tutto inedita rispetto al panorama culturale italiano, teso a riportare i temi e le metodiche riguardanti il progetto della Città, dalla materia urbanistica a quella architettonica, fino a concentrarla nella messa a punto di una vera e propria nuova disciplina, definita da Quaroni, del Disegno Urbano. Essa sarà il risultato di una riflessione che andrà dal primo approccio “territorialista”, all’avvicinamento alle questioni più propriamente “urbane”, quali quelle derivate dalle esperienze relative alle tesi di laurea elaborate tra il ‘69 e il ’73. Lavori che di fatto anticiperanno molti dei temi della futura ricerca architettonica, attivando una riflessione incentrata, d’ora in poi, sulla messa a punto di potenziali piani teorico-metodolologici intenti a rifondare la disciplina a partire dal ritorno alla sua principale materia di studio: la Città criticamente riconfigurata ai moti trasformazionali del nuovo Presente storico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.