Nel corso del IV secolo, a Kos il santuario di Asklepios, sede delle pratiche religioso-terapeutiche celebri in tutto il Mediterraneo antico, viene abbandonato. La cristianizzazione dell’isola porta ad una sostituzione dei centri aggregativi della vita pubblica, spesso tuttavia senza che si verifichi uno spostamento degli abitati. Anche in città è attestata una sostanziale continuità d’uso dell’impianto di età romana: gli isolati continuano ad accogliere spazi adibiti alle funzioni comuni e dimore private, spesso decorate con pavimentazioni a mosaico e a tarsie marmoree. L’elemento di novità, nel periodo tardoantico, è la costruzione di nuovi edifici di culto: soprattutto tra il V e il VI secolo il vescovo di Kos, per le proprie prerogative religiose e per le possibilità di investimento economico, promuove un’intensa attività edilizia in un centro che costituisce la sosta obbligata sulla rotta che portava il grano egiziano verso Costantinopoli. Centro di questa monumentalizzazione urbana è il complesso episcopale analizzato in questo volume.
Archeologia protobizantina a Kos : la città e il complesso episcopale / Baldini, Isabella; Livadiotti, Monica. - STAMPA. - 6:(2015).
Archeologia protobizantina a Kos : la città e il complesso episcopale
Monica Livadiotti
2015-01-01
Abstract
Nel corso del IV secolo, a Kos il santuario di Asklepios, sede delle pratiche religioso-terapeutiche celebri in tutto il Mediterraneo antico, viene abbandonato. La cristianizzazione dell’isola porta ad una sostituzione dei centri aggregativi della vita pubblica, spesso tuttavia senza che si verifichi uno spostamento degli abitati. Anche in città è attestata una sostanziale continuità d’uso dell’impianto di età romana: gli isolati continuano ad accogliere spazi adibiti alle funzioni comuni e dimore private, spesso decorate con pavimentazioni a mosaico e a tarsie marmoree. L’elemento di novità, nel periodo tardoantico, è la costruzione di nuovi edifici di culto: soprattutto tra il V e il VI secolo il vescovo di Kos, per le proprie prerogative religiose e per le possibilità di investimento economico, promuove un’intensa attività edilizia in un centro che costituisce la sosta obbligata sulla rotta che portava il grano egiziano verso Costantinopoli. Centro di questa monumentalizzazione urbana è il complesso episcopale analizzato in questo volume.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.