Nel clima rivoluzionario che coinvolge l’arte del dopoguerra, contaminazioni, sperimentazioni e ricerche personali assegnano agli artisti un nuovo ruolo, catalizzatore di inedite convergenze che consentono nuove angolazioni rispetto ai temi della transdisciplinarietà formale. L’artista internazionale Alberto Burri partecipa in maniera autonoma e silenziosa a questo dibattito. In particolare il suo progetto per il Teatro Continuo (Milano, Parco Sempione, XV Triennale, 1973) e i pochissimi disegni che lo istruiscono, consentono di attuare una riflessione metodologica. Attraverso l’analisi di altre opere in cui l’Artista si era accostato (o si accosterà) al teatro, e la comparazione con altri nomi ricorrenti nella sua vita, il paper apre alcune questioni sul ruolo dell’arte e delle arti, in particolar modo quella teatrale, come sensibile interprete della transitorietà della vita contemporanea. Questa sovrapposizione di intenti giustifica in Burri il fatto che il teatro, inteso come edificio, possa essere, ancor più che una forma di allestimento, un’opera d’arte

“Uno scheletro di teatro”. L’esperienza teatrale di Alberto Burri e il Teatro Continuo [“A theatre skeleton”. The theatrical experience of Alberto Burri and the Teatro Continuo] / Centineo, Santi. - (2022), pp. 2230-2249. (Intervento presentato al convegno DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality: Testimoniare Comunicare Sperimentare / Witnessing Communicating Experimenting tenutosi a Genova) [10.3280/oa-832-c141].

“Uno scheletro di teatro”. L’esperienza teatrale di Alberto Burri e il Teatro Continuo [“A theatre skeleton”. The theatrical experience of Alberto Burri and the Teatro Continuo]

Centineo Santi
2022-01-01

Abstract

Nel clima rivoluzionario che coinvolge l’arte del dopoguerra, contaminazioni, sperimentazioni e ricerche personali assegnano agli artisti un nuovo ruolo, catalizzatore di inedite convergenze che consentono nuove angolazioni rispetto ai temi della transdisciplinarietà formale. L’artista internazionale Alberto Burri partecipa in maniera autonoma e silenziosa a questo dibattito. In particolare il suo progetto per il Teatro Continuo (Milano, Parco Sempione, XV Triennale, 1973) e i pochissimi disegni che lo istruiscono, consentono di attuare una riflessione metodologica. Attraverso l’analisi di altre opere in cui l’Artista si era accostato (o si accosterà) al teatro, e la comparazione con altri nomi ricorrenti nella sua vita, il paper apre alcune questioni sul ruolo dell’arte e delle arti, in particolar modo quella teatrale, come sensibile interprete della transitorietà della vita contemporanea. Questa sovrapposizione di intenti giustifica in Burri il fatto che il teatro, inteso come edificio, possa essere, ancor più che una forma di allestimento, un’opera d’arte
2022
DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality: Testimoniare Comunicare Sperimentare / Witnessing Communicating Experimenting
978-8-835-14193-8
“Uno scheletro di teatro”. L’esperienza teatrale di Alberto Burri e il Teatro Continuo [“A theatre skeleton”. The theatrical experience of Alberto Burri and the Teatro Continuo] / Centineo, Santi. - (2022), pp. 2230-2249. (Intervento presentato al convegno DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality: Testimoniare Comunicare Sperimentare / Witnessing Communicating Experimenting tenutosi a Genova) [10.3280/oa-832-c141].
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/254705
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