A partire dal XIV secolo, nella cittadina di Strongoli (antica Petelia) furono rinvenuti basi di marmo iscritte e frammenti di statue di bronzo, attualmente conservati nel Duomo di Strongoli e nel Museo Provinciale di Catanzaro. Le basi e le statue di bronzo appartengono ad un gruppo onorario privato della famiglia di Manio Megonio Leone, ricco proprietario terriero che possedeva vigneti e terreni agricoli nella zona, vissuto durante il regno dell’imperatore Antonino Pio. Il gruppo era composto da una statua equestre e da due statue stanti di Manio Megonio Leone e dalle due statue della madre e della moglie di quest’ultimo; le statue erano state dedicate dal collegio degli Augustali, dai magistrati locali e da tutto il popolo. Manio Megonio Leone aveva rivestito importanti cariche pubbliche nella municipalità locale e si era dimostrato benemerito nei confronti dei suoi concittadini mediante una serie di lasciti, in onore suo, della madre e della moglie, ricordati in alcuni capitoli del suo testamento, che furono incisi su due delle basi conservate. La dedica di gruppi famigliari è frequente nelle cittadine municipali di età romana imperiale; questi gruppi avevano lo scopo di celebrare le famiglie più importanti delle comunità locali ma erano anche l’occasione di arricchire l’arredo urbano, raggiungendo talvolta una particolare enfasi data dalla duplicazione delle immagini dei personaggi rappresentati. Del resto la collocazione delle statue onorarie private era regolata da precise disposizioni legislative, come dimostra anche la clausola posta in fondo alle epigrafi conservate che fa riferimento alla concessione da parte del Senato locale del luogo in cui esporre le immagini. Particolare importanza infine riveste la dedica della statua equestre, che rappresentava il personaggio onorato in un atteggiamento proprio dei dinasti e dei condottieri e in una dimensione leggermente maggiore del vero. Il presente contributo intende mettere a confronto le informazioni fornite dalle iscrizioni sulle basi con l’esame dei resti delle statue per cercare di ricostruire prassi e modalità con cui il gruppo è stato dedicato ed eretto nell’antica città.
Munificus erga patriam suam. Note sul gruppo bronzeo di Manio Megonio Leone e dei suoi famigliari a Petelia / Belli, Roberta Pasqua. - In: ATTI E MEMORIE DELLA SOCIETÀ MAGNA GRECIA. - ISSN 1592-7377. - STAMPA. - 5 (quarta serie):(2014), pp. 129-140.
Munificus erga patriam suam. Note sul gruppo bronzeo di Manio Megonio Leone e dei suoi famigliari a Petelia
Belli, Roberta Pasqua
2014-01-01
Abstract
A partire dal XIV secolo, nella cittadina di Strongoli (antica Petelia) furono rinvenuti basi di marmo iscritte e frammenti di statue di bronzo, attualmente conservati nel Duomo di Strongoli e nel Museo Provinciale di Catanzaro. Le basi e le statue di bronzo appartengono ad un gruppo onorario privato della famiglia di Manio Megonio Leone, ricco proprietario terriero che possedeva vigneti e terreni agricoli nella zona, vissuto durante il regno dell’imperatore Antonino Pio. Il gruppo era composto da una statua equestre e da due statue stanti di Manio Megonio Leone e dalle due statue della madre e della moglie di quest’ultimo; le statue erano state dedicate dal collegio degli Augustali, dai magistrati locali e da tutto il popolo. Manio Megonio Leone aveva rivestito importanti cariche pubbliche nella municipalità locale e si era dimostrato benemerito nei confronti dei suoi concittadini mediante una serie di lasciti, in onore suo, della madre e della moglie, ricordati in alcuni capitoli del suo testamento, che furono incisi su due delle basi conservate. La dedica di gruppi famigliari è frequente nelle cittadine municipali di età romana imperiale; questi gruppi avevano lo scopo di celebrare le famiglie più importanti delle comunità locali ma erano anche l’occasione di arricchire l’arredo urbano, raggiungendo talvolta una particolare enfasi data dalla duplicazione delle immagini dei personaggi rappresentati. Del resto la collocazione delle statue onorarie private era regolata da precise disposizioni legislative, come dimostra anche la clausola posta in fondo alle epigrafi conservate che fa riferimento alla concessione da parte del Senato locale del luogo in cui esporre le immagini. Particolare importanza infine riveste la dedica della statua equestre, che rappresentava il personaggio onorato in un atteggiamento proprio dei dinasti e dei condottieri e in una dimensione leggermente maggiore del vero. Il presente contributo intende mettere a confronto le informazioni fornite dalle iscrizioni sulle basi con l’esame dei resti delle statue per cercare di ricostruire prassi e modalità con cui il gruppo è stato dedicato ed eretto nell’antica città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.