Forma In divenire. Un pensiero critico e una conversazione con Giuseppe Strappa. (con prefazione di Jorg Gleiter e postfazione di Matteo Ieva)

In quanto costituita propriamente da una spazialità interna e da una esterna, l’architettura è, per eccellenza, l’arte della delimitazione. In questo senso, il lavoro dell’architetto romano Giuseppe Strappa consente di compiere alcune riflessioni progettuali sui modi di concepire il rapporto tra spazio e limite. Due nozioni ben radicate nella Storia in quanto “vera forma” del reale e che, a parere di chi scrive, concorrono alla costruzione di un lessico necessario all’architettura per esprimersi poeticamente. Il libro indaga l’alveo ideativo nel quale l’architetto si pone, a partire dagli anni della sua formazione nell'ambito di una Scuola Romana animata dall’irruzione della crisi della modernità, con l’apparizione delle folgoranti ricerche di Louis Kahn e delle inedite sperimentazioni del GRAU (Gruppo Romano Architetti e Urbanisti), soprattutto attraverso la prima ricerca progettuale di Alessandro Anselmi, suo fondatore.