L’inizio degli anni novanta si configura in Italia come un momento cruciale per la professione del progettista grafico. Dopo anni di grande sviluppo e prosperità avvengono importanti cambiamenti alimentati sia dal contesto socio-economico e politico colpito da una profonda crisi sia dalla sempre maggiore diffusione del computer come strumento essenziale di lavoro. Sebbene l’introduzione della strumentazione digitale metta in discussione diversi aspetti del graphic design, essa avvia al contempo una “rigenerazione” del settore innescando la nascita di nuovi ambiti di progetto e l’adozione e lo sviluppo di inediti linguaggi progettuali, soprattutto tra i graphic designer più giovani, i quali si dimostrano maggiormente attenti agli scenari contemporanei esteri, dove tali cambiamenti stavano avvenendo più rapidamente. Testimoniano la crescente attenzione dei progettisti italiani verso il panorama internazionale alcune mostre e workshop che contribuiscono, più di altre iniziative culturali, alla diffusione del progetto grafico contemporaneo estero in Italia. Nello specifico si fa riferimento agli eventi curati a Venezia dal progettista Giorgio Camuffo – già noto per la sua propensione ai nuovi linguaggi espressivi grafici con l’ideazione della mostra Pacific wave: Californian graphic design a Venezia (2-17 novembre 1987) –, tra i quali si inserisce l’esposizione monografica Carson in Italia, il più noto rappresentante della cosiddetta beach culture, oggetto d’indagine di questo contributo. Concepita come un’iniziativa itinerante in tre diversi spazi, è ospitata alle gallerie della Fondazione Bevilacqua la Masa a Venezia (14 settembre - 4 ottobre 1996), alla Triennale di Milano (15 gennaio - 23 febbraio 1997) e infine al Palazzo delle esposizioni a Roma (17 luglio - 15 settembre 1997). L’evento espositivo è organizzato con il chiaro intento di portare in Italia la cultura grafica contemporanea americana, offrendo a un pubblico, sempre più culturalmente preparato, la visione dei lavori di uno dei più controversi protagonisti della grafica degli anni novanta. Da un punto di vista storico l’indagine di questo strumento di “mediazione” della cultura progettuale riveste un ruolo importante per ricostruire e comprendere a fondo lo scenario della grafica italiana dell’ultimo decennio del Novecento, periodo temporale tuttora poco indagato e alquanto recente.
David Carson approda in Italia (1996-1997). Gli strumenti di diffusione della cultura grafica internazionale contemporanea nel panorama italiano degli anni novanta / Pastore, Monica. - ELETTRONICO. - 1:(2022), pp. 294-311. (Intervento presentato al convegno Design esposto. Mostrare la storia/la storia delle mostre tenutosi a Università Iuav di Venezia, Venezia nel 26-27 novembre 2021).
David Carson approda in Italia (1996-1997). Gli strumenti di diffusione della cultura grafica internazionale contemporanea nel panorama italiano degli anni novanta
Pastore, Monica
2022-01-01
Abstract
L’inizio degli anni novanta si configura in Italia come un momento cruciale per la professione del progettista grafico. Dopo anni di grande sviluppo e prosperità avvengono importanti cambiamenti alimentati sia dal contesto socio-economico e politico colpito da una profonda crisi sia dalla sempre maggiore diffusione del computer come strumento essenziale di lavoro. Sebbene l’introduzione della strumentazione digitale metta in discussione diversi aspetti del graphic design, essa avvia al contempo una “rigenerazione” del settore innescando la nascita di nuovi ambiti di progetto e l’adozione e lo sviluppo di inediti linguaggi progettuali, soprattutto tra i graphic designer più giovani, i quali si dimostrano maggiormente attenti agli scenari contemporanei esteri, dove tali cambiamenti stavano avvenendo più rapidamente. Testimoniano la crescente attenzione dei progettisti italiani verso il panorama internazionale alcune mostre e workshop che contribuiscono, più di altre iniziative culturali, alla diffusione del progetto grafico contemporaneo estero in Italia. Nello specifico si fa riferimento agli eventi curati a Venezia dal progettista Giorgio Camuffo – già noto per la sua propensione ai nuovi linguaggi espressivi grafici con l’ideazione della mostra Pacific wave: Californian graphic design a Venezia (2-17 novembre 1987) –, tra i quali si inserisce l’esposizione monografica Carson in Italia, il più noto rappresentante della cosiddetta beach culture, oggetto d’indagine di questo contributo. Concepita come un’iniziativa itinerante in tre diversi spazi, è ospitata alle gallerie della Fondazione Bevilacqua la Masa a Venezia (14 settembre - 4 ottobre 1996), alla Triennale di Milano (15 gennaio - 23 febbraio 1997) e infine al Palazzo delle esposizioni a Roma (17 luglio - 15 settembre 1997). L’evento espositivo è organizzato con il chiaro intento di portare in Italia la cultura grafica contemporanea americana, offrendo a un pubblico, sempre più culturalmente preparato, la visione dei lavori di uno dei più controversi protagonisti della grafica degli anni novanta. Da un punto di vista storico l’indagine di questo strumento di “mediazione” della cultura progettuale riveste un ruolo importante per ricostruire e comprendere a fondo lo scenario della grafica italiana dell’ultimo decennio del Novecento, periodo temporale tuttora poco indagato e alquanto recente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.