Nel 1920 E.G. Asplund costruisce nel cimitero sud di Stoccolma la Skogskapellet (Cappella nel Bosco), un piccolo edificio con un grande tetto in scandole lignee, espressione del carattere tradizionale delle coperture nordiche. Qualche anno dopo, nel 1924, viene commissionata a S. Lewerentz la progettazione e realizzazione del cimitero di Stora Tuna e la cappella a Kvarnsveden. In continuità con la costruzione della cappella nel bosco poco precedente di Asplund, anche la cappella Lewerentz appare un edificio dai tratti di una costruzione vernacolare. Tuttavia la simile forma del tetto, appartenente ad una stessa tradizione costruttiva, in realtà è risultato di principi e tecniche differenti che portano con sé due declinazioni di spazio costruito: il tetto è un apparente unitario involucro domestico che si relaziona in maniera appropriata con il contesto ma contiene al suo interno degli spazi che appartengono ad una nuova contemporanea categoria di spazio architettonico. Si vuole presentare un contributo che si articola attraverso la disamina della eterogeneità costruttive del sapere artigianale che hanno portato alla costruzione delle due grandi coperture e degli spazi sacri delle due cappelle da queste contenute.
La forma unitaria del tetto. La costruzione della copertura in due cappelle a confronto / Frisenna, Chiara. - In: QUAD. - ISSN 2611-4437. - ELETTRONICO. - 6. Tecnica e Forma:(2023), pp. 5.89-5.110.
La forma unitaria del tetto. La costruzione della copertura in due cappelle a confronto
chiara frisenna
2023-01-01
Abstract
Nel 1920 E.G. Asplund costruisce nel cimitero sud di Stoccolma la Skogskapellet (Cappella nel Bosco), un piccolo edificio con un grande tetto in scandole lignee, espressione del carattere tradizionale delle coperture nordiche. Qualche anno dopo, nel 1924, viene commissionata a S. Lewerentz la progettazione e realizzazione del cimitero di Stora Tuna e la cappella a Kvarnsveden. In continuità con la costruzione della cappella nel bosco poco precedente di Asplund, anche la cappella Lewerentz appare un edificio dai tratti di una costruzione vernacolare. Tuttavia la simile forma del tetto, appartenente ad una stessa tradizione costruttiva, in realtà è risultato di principi e tecniche differenti che portano con sé due declinazioni di spazio costruito: il tetto è un apparente unitario involucro domestico che si relaziona in maniera appropriata con il contesto ma contiene al suo interno degli spazi che appartengono ad una nuova contemporanea categoria di spazio architettonico. Si vuole presentare un contributo che si articola attraverso la disamina della eterogeneità costruttive del sapere artigianale che hanno portato alla costruzione delle due grandi coperture e degli spazi sacri delle due cappelle da queste contenute.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.