Nei confronti dell’architettura contemporanea, della quale è anche ospite di importanti eventi, Venezia ha sempre avuto un rapporto controverso, essendo non solo la città dei grandi progetti mancati (Le Corbusier, Wright, Kahn, Miralles), ma, al contrario, anche di importanti realiz- zazioni (Scarpa, Valle, Gardella, Gregotti, Koolhaas, Aulenti, Ando e Calatrava) che dialoga- no con la preesistenza, o comunque con parti della città lagunare. Anche il deprecabile episodio dell’incendio del Teatro la Fenice, con una ferma e rapida operazione, è riuscito a trasformarsi in un’occasione progettuale, sebbene normata da un bando operativo molto rigido e ideologica- mente avvinto nell’ormai celebre motto “com’era, dov’era”. Il dibattito che ne è nato è stato par- ticolarmente animato: certamente la definizione di “restauro” che il progetto afferma, riprende le debite distanze da certi indirizzi progettuali contemporanei, posizionandosi più vicino agli orientamenti del rifacimento del campanile di San Marco, al più trovando alcuni compromessi di verosimiglianza con l’antico. Attraverso la sintetica analisi del bando di concorso e sulla base del confronto tra ampia letteratura critica versata negli anni di quel dibattito, il paper vuole effettuare una rilettura dei sei progetti in gara (Valle, Rossi, Aulenti, Rocchi/Aymonino, Arroyo & Hurtado, Gardella), provando a comprenderne il valore rispetto al dibattito tra antico e contemporaneo che anima l’architettura.

“Com’era, dov’era”… cos’era (e cos’è)? I progetti di concorso per la ricostruzione de La Fenice di Venezia / Centineo, Santi. - In: QUAD. - ISSN 2611-4437. - ELETTRONICO. - 7:(2025), pp. 333-351.

“Com’era, dov’era”… cos’era (e cos’è)? I progetti di concorso per la ricostruzione de La Fenice di Venezia

Centineo Santi
2025

Abstract

Nei confronti dell’architettura contemporanea, della quale è anche ospite di importanti eventi, Venezia ha sempre avuto un rapporto controverso, essendo non solo la città dei grandi progetti mancati (Le Corbusier, Wright, Kahn, Miralles), ma, al contrario, anche di importanti realiz- zazioni (Scarpa, Valle, Gardella, Gregotti, Koolhaas, Aulenti, Ando e Calatrava) che dialoga- no con la preesistenza, o comunque con parti della città lagunare. Anche il deprecabile episodio dell’incendio del Teatro la Fenice, con una ferma e rapida operazione, è riuscito a trasformarsi in un’occasione progettuale, sebbene normata da un bando operativo molto rigido e ideologica- mente avvinto nell’ormai celebre motto “com’era, dov’era”. Il dibattito che ne è nato è stato par- ticolarmente animato: certamente la definizione di “restauro” che il progetto afferma, riprende le debite distanze da certi indirizzi progettuali contemporanei, posizionandosi più vicino agli orientamenti del rifacimento del campanile di San Marco, al più trovando alcuni compromessi di verosimiglianza con l’antico. Attraverso la sintetica analisi del bando di concorso e sulla base del confronto tra ampia letteratura critica versata negli anni di quel dibattito, il paper vuole effettuare una rilettura dei sei progetti in gara (Valle, Rossi, Aulenti, Rocchi/Aymonino, Arroyo & Hurtado, Gardella), provando a comprenderne il valore rispetto al dibattito tra antico e contemporaneo che anima l’architettura.
2025
“Com’era, dov’era”… cos’era (e cos’è)? I progetti di concorso per la ricostruzione de La Fenice di Venezia / Centineo, Santi. - In: QUAD. - ISSN 2611-4437. - ELETTRONICO. - 7:(2025), pp. 333-351.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/289240
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