Nuove “superfici attive”

Interior design, due to its establishment in the domain of architecture, has subordinated the role of the surfaces to the limits of space, the «lining» of the architectural envelope (De Fusco, 1997, p. 1). When the culture of the project «aimed to rise towards new environmental qualities» (Branzi, 1984, p. 97), the tools of the project underwent significant changes: the surface was freed from the constraints dictated by architecture, becoming an «active surface» (p. 109). The shift in meaning was matched by a shift in the domain of design: from architecture to design to Visual culture studies. The paper investigates a few of the historical-critical paradigms and design experiment that today interrogates new research trajectories on surfaces in the relationship between interiors and objects.

Il progetto degli interni, per il suo radicamento nel dominio dell’architettura, ha subordinato il ruolo della superficie ai vincoli dello spazio, «fodera» dell’invaso architettonico (De Fusco, 1997, p. 1). Quando la cultura del progetto «ha puntato a risalire verso nuove qualità ambientali» (Branzi, 1984, p. 97), gli strumenti del progetto hanno subito significativi cambiamenti: la superficie è stata liberata dai vincoli dettati dall’architettura, diventando «superficie attiva» (p. 109). Allo spostamento di significato ha corrisposto uno spostamento di dominio del progetto: dall’architettura al design, ai Visual culture studies. Il paper indaga alcuni paradigmi storico-critici e di sperimentazione progettuale che oggi interrogano le nuove traiettorie di ricerca sulle superfici nel rapporto tra interni e oggetti.