A partire da una tradizione di studi sul tema della rappresentazione della città, qualche anno fa prende avvio una ricerca sul disegno dei fronti dei palazzi realizzati tra ‘800 e primi del ‘900 a Bari. L’indagine, strettamente legata alla metodologia della rappresentazione, ma con un carattere multidisciplinare, si è sostanziata del contributo proveniente dalla ricerca archivistica, che ha permesso di indagare i disegni che i tecnici presentavano alle Commissioni Edilizie per ottenerne l’approvazione. È anche un’indagine che, attraverso la rilettura di tali disegni o attraverso il rilievo degli edifici realizzati e dei monumenti restaurati, ripercorre il dibattito che si svolge dopo l’unificazione sulla definizione dell’identità nazionale dell’’architettura, strettamente legato al tema del restauro e del valore simbolico degli stili, e che trova nel romanico il linguaggio rappresentativo dell’unità nazionale da poco raggiunta. A tale dibattito partecipano diversi tecnici pugliesi, in un clima di “rinnovata idea di storia, di origine e di finalità dell’arte”. Nella seconda metà dell’Ottocento i tecnici sono impegnati su due fronti, quello della progettazione di architetture pubbliche e private per i nuovi “borghi” delle città che stanno crescendo oltre le mura del nucleo storico, e quello del restauro dei monumenti più rappresentativi. Entrambe le attività sono connesse, poiché il progetto di restauro è il luogo della sperimentazione di modelli teorici, tecnici e stilistici, da confrontare e sviluppare per la costruzione dell’immagine delle città e delle loro architetture. In Puglia l’opera di riscrittura del passato passa attraverso le sperimentazioni di architetti come Bernich, Simone e Pantaleo. Il contributo proposto studia la loro esperienza artistica e professionale, attraverso l’analisi della produzione iconografica d’archivio, fatta di fotografie ed elaborati di progetto, e un’analisi dello stato di fatto dei monumenti attraverso il rilievo e la lettura stratigrafica delle murature. Emblematico è il caso del Castello di Gioia del Colle in cui un accurato rilievo confrontato con l’ampia documentazione sugli interventi di restauro affidati al Pantaleo nel 1907, ha sottolineato il carattere di sperimentazione stilistica dell’opera dell’architetto, più che di salvaguardia del monumento, che ha trasformato l’edificio secondo un’immagine di architettura medievale “reinventata”, per restituirne una presunta primitiva unità figurativa mai esistita.

Il progetto e il restauro nei disegni di architettura tra Ottocento e primi del Novecento / Castagnolo, Valentina. - (2016), pp. 57-66. (Intervento presentato al convegno AID Monuments 2015: Materials Techniques Restoration for architectural heritage reusing tenutosi a Perugia nel 13-16 maggio 2015).

Il progetto e il restauro nei disegni di architettura tra Ottocento e primi del Novecento.

CASTAGNOLO, Valentina
2016-01-01

Abstract

A partire da una tradizione di studi sul tema della rappresentazione della città, qualche anno fa prende avvio una ricerca sul disegno dei fronti dei palazzi realizzati tra ‘800 e primi del ‘900 a Bari. L’indagine, strettamente legata alla metodologia della rappresentazione, ma con un carattere multidisciplinare, si è sostanziata del contributo proveniente dalla ricerca archivistica, che ha permesso di indagare i disegni che i tecnici presentavano alle Commissioni Edilizie per ottenerne l’approvazione. È anche un’indagine che, attraverso la rilettura di tali disegni o attraverso il rilievo degli edifici realizzati e dei monumenti restaurati, ripercorre il dibattito che si svolge dopo l’unificazione sulla definizione dell’identità nazionale dell’’architettura, strettamente legato al tema del restauro e del valore simbolico degli stili, e che trova nel romanico il linguaggio rappresentativo dell’unità nazionale da poco raggiunta. A tale dibattito partecipano diversi tecnici pugliesi, in un clima di “rinnovata idea di storia, di origine e di finalità dell’arte”. Nella seconda metà dell’Ottocento i tecnici sono impegnati su due fronti, quello della progettazione di architetture pubbliche e private per i nuovi “borghi” delle città che stanno crescendo oltre le mura del nucleo storico, e quello del restauro dei monumenti più rappresentativi. Entrambe le attività sono connesse, poiché il progetto di restauro è il luogo della sperimentazione di modelli teorici, tecnici e stilistici, da confrontare e sviluppare per la costruzione dell’immagine delle città e delle loro architetture. In Puglia l’opera di riscrittura del passato passa attraverso le sperimentazioni di architetti come Bernich, Simone e Pantaleo. Il contributo proposto studia la loro esperienza artistica e professionale, attraverso l’analisi della produzione iconografica d’archivio, fatta di fotografie ed elaborati di progetto, e un’analisi dello stato di fatto dei monumenti attraverso il rilievo e la lettura stratigrafica delle murature. Emblematico è il caso del Castello di Gioia del Colle in cui un accurato rilievo confrontato con l’ampia documentazione sugli interventi di restauro affidati al Pantaleo nel 1907, ha sottolineato il carattere di sperimentazione stilistica dell’opera dell’architetto, più che di salvaguardia del monumento, che ha trasformato l’edificio secondo un’immagine di architettura medievale “reinventata”, per restituirne una presunta primitiva unità figurativa mai esistita.
2016
AID Monuments 2015: Materials Techniques Restoration for architectural heritage reusing
978-88-6975-138-7
Il progetto e il restauro nei disegni di architettura tra Ottocento e primi del Novecento / Castagnolo, Valentina. - (2016), pp. 57-66. (Intervento presentato al convegno AID Monuments 2015: Materials Techniques Restoration for architectural heritage reusing tenutosi a Perugia nel 13-16 maggio 2015).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/110467
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