Città metropolitana di Bari

Il testo delinea nella sua prima parte come la tardiva manovra governativa di istituzione delle città metropolitane in Italia, un quarto di secolo dopo la legge nazionale 142/90 che per prima le istituì, avvenga in una condizione che ha superato i concetti gerarchici della primazia delle città centrali elaborati all’avvio dello scorso secolo XX, soppiantati da quelli non-gerarchici della specializzazione di città di varia dimensione organizzate in sistemi cooperativi e da fenomenologie e politiche del tutto nuove indotte nei sistemi urbani dalla globalizzazione economica. Si focalizza quindi sugli effetti e i bisogni pratici delle nuove città metropolitane italiane, considerando come la loro istituzione in Italia si presenti come una misura meramente politico-amministrativa. Nell’orizzonte delineato, vengono quindi analizzati i caratteri costitutivi e le peculiarità del territorio metropolitano di Bari, così come rivenienti dagli indicatori statistici e funzionali, ma anche dalle ricerche territoriali elaborate negli ultimi decenni. Vengono quindi descritte le tappe salienti del lungo processo che porta alla costruzione della città metropolitana di Bari, rilevando come alla sua costruzione abbia inoltre concorso la sperimentazione, nel tempo, di una serie di forme aggregative e partenariali. La sua nascita formale, ottenuta senza ripensare in senso più profondo l’istituzione, costringe all’adozione di un approccio ‘leggero’ e teso a non incidere in profondità sulle prerogative comunali, né a dare forza a istituti nuovi che avrebbero potuto dare operatività al policentrismo, tratto distintivo del territorio. Infine l’esame degli obiettivi strategici assunti nei primi anni di governo metropolitano, anche esplicitamente derivati dalle progettualità già in atto, consente di mettere a fuoco le strette correlazioni tra il profilo emergente di città metropolitana e il milieu nel quale il processo avviene.