Il rilievo e la rappresentazione architettonica sono strumenti imprescindibili per leggere e interpretare l’architettura storica; dove le fonti tacciono può essere lo stesso Monumento/Documento a parlare in prima persona e a fornire indicazioni, più o meno evidenti, che possano permettere, ad un attento osservatore, di decodificare ciò che il tempo ha sedimentato. Attraverso un rilievo critico è possibile evidenziare, e quindi interpretare, la presenza degli indizi che ci portano a percorrere a ritroso i sentieri progettuali che hanno definito l’opera compiuta così come si presenta ai nostri occhi, ovvero al risultato finale delle molteplici trasformazioni e adeguamenti che ne hanno segnato la vita. Naturalmente non può bastare la sola analisi metrologica per comprendere appieno la storia di un manufatto architettonico e le vicende che ne hanno determinato le mutazioni e i cambi di funzione. A questa va associata una conoscenza profonda delle tecniche costruttive, dei materiali impiegati, degli eventi micro e macro storici, delle influenze stilistiche, delle specificità tipologiche e funzionali che collocano l’oggetto in un contesto ben preciso. Fondamentale importanza riveste la ricerca d’archivio che però, come si è detto, in molti casi può portare a risultati scarsi se non addirittura assenti. Non sempre, infatti, si ha la possibilità di disporre di documenti utili ad una esauriente ricostruzione delle fasi di vita di un edificio, specialmente quando ci si trova di fronte ad opere cosiddette “minori”. Anche per opere di maggior importanza può presentarsi il problema della scarsità delle fonti come nel caso proposto in questo contributo. La realizzazione di una rigorosa base celerimetrica e di una puntuale lettura della stratigrafia degli elevati del castello di Conversano, ha fornito l’occasione per effettuare uno studio approfondito del Monumento mettendone in luce alcuni aspetti fino ad ora inediti. Ambienti e strutture apparentemente indipendenti tra loro si sono rivelati strettamente connessi sia dal punto di vista funzionale che cronologico. Alla luce di questa nuova lettura è stato possibile ipotizzare l’originario e articolato percorso di accesso al castello in età tardo medievale prima che gli interventi operati nei secoli XVII e XVIII dai Conti Acquaviva d’Aragona lo trasformassero in residenza nobiliare snaturandone l’originaria funzione.

La buona pratica del rilievo architettonico. Ipotesi sull’accesso medievale al Castello di Conversano (BA) / Perfido, P.. - STAMPA. - 1:(2016), pp. 118-125. (Intervento presentato al convegno AID Monuments. Materials techniques restoration for architectural heritage reusing tenutosi a Perugia nel 13-16 maggio 2015).

La buona pratica del rilievo architettonico. Ipotesi sull’accesso medievale al Castello di Conversano (BA)

Perfido, P.
2016-01-01

Abstract

Il rilievo e la rappresentazione architettonica sono strumenti imprescindibili per leggere e interpretare l’architettura storica; dove le fonti tacciono può essere lo stesso Monumento/Documento a parlare in prima persona e a fornire indicazioni, più o meno evidenti, che possano permettere, ad un attento osservatore, di decodificare ciò che il tempo ha sedimentato. Attraverso un rilievo critico è possibile evidenziare, e quindi interpretare, la presenza degli indizi che ci portano a percorrere a ritroso i sentieri progettuali che hanno definito l’opera compiuta così come si presenta ai nostri occhi, ovvero al risultato finale delle molteplici trasformazioni e adeguamenti che ne hanno segnato la vita. Naturalmente non può bastare la sola analisi metrologica per comprendere appieno la storia di un manufatto architettonico e le vicende che ne hanno determinato le mutazioni e i cambi di funzione. A questa va associata una conoscenza profonda delle tecniche costruttive, dei materiali impiegati, degli eventi micro e macro storici, delle influenze stilistiche, delle specificità tipologiche e funzionali che collocano l’oggetto in un contesto ben preciso. Fondamentale importanza riveste la ricerca d’archivio che però, come si è detto, in molti casi può portare a risultati scarsi se non addirittura assenti. Non sempre, infatti, si ha la possibilità di disporre di documenti utili ad una esauriente ricostruzione delle fasi di vita di un edificio, specialmente quando ci si trova di fronte ad opere cosiddette “minori”. Anche per opere di maggior importanza può presentarsi il problema della scarsità delle fonti come nel caso proposto in questo contributo. La realizzazione di una rigorosa base celerimetrica e di una puntuale lettura della stratigrafia degli elevati del castello di Conversano, ha fornito l’occasione per effettuare uno studio approfondito del Monumento mettendone in luce alcuni aspetti fino ad ora inediti. Ambienti e strutture apparentemente indipendenti tra loro si sono rivelati strettamente connessi sia dal punto di vista funzionale che cronologico. Alla luce di questa nuova lettura è stato possibile ipotizzare l’originario e articolato percorso di accesso al castello in età tardo medievale prima che gli interventi operati nei secoli XVII e XVIII dai Conti Acquaviva d’Aragona lo trasformassero in residenza nobiliare snaturandone l’originaria funzione.
2016
AID Monuments. Materials techniques restoration for architectural heritage reusing
978-88-6975-138-7
La buona pratica del rilievo architettonico. Ipotesi sull’accesso medievale al Castello di Conversano (BA) / Perfido, P.. - STAMPA. - 1:(2016), pp. 118-125. (Intervento presentato al convegno AID Monuments. Materials techniques restoration for architectural heritage reusing tenutosi a Perugia nel 13-16 maggio 2015).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/122365
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