Nel testo si è tentato di ricostruire le vicende che hanno condotto alla configurazione della cattedrale così come oggi si presenta a partire dalla configurazione federiciana, nel 13° secolo, fino all'intervento ottocentesco del Travaglini. L'impianto della Cattedrale, già a tre navate, con ingresso ad ovest opposto a quello odierno e con una lunghezza inferiore, estesa fino al solo arco di trionfo oggi esistente, subisce le prime trasformazioni in periodo angioino con l’inserimento di arcate cieche di rinforzo lungo i rinfianchi, e forse con la conformazione dei matronei. Lo scelus del 1316, documentato dall’iscrizione sulla porta angioina, comportò pesanti consolidamenti e revisioni degli spazi interni. Forse perfino il capovolgimento della facciata. L’attuale conformazione si deve ad altre pesanti trasformazioni: nel XVI secolo, con il grande presbiterio ad ovest e la chiusura delle arcate per realizzare le cappelle laterali; nei secoli successivi ed in più fasi fu modificata la facciata est e soprattutto le torri, fino a raggiungere la configurazione odierna. Infine gli interni, così come li vediamo, si devono all’intervento di G. Travagliniche ha ricomposto le “slabbrature” del complesso architettonico con un linguaggio unitario sobriamente eclettico.
La storia costruttiva della cattedrale di Altamura / Martines, Giacomo - In: La cattedrale di Altamura, fra restauri, scoperte, interpretazioni / [a cura di] Tragni, B. - Bari : Adda, 2009. - ISBN 9788880828617. - pp. 150-167
La storia costruttiva della cattedrale di Altamura
MARTINES, Giacomo
2009-01-01
Abstract
Nel testo si è tentato di ricostruire le vicende che hanno condotto alla configurazione della cattedrale così come oggi si presenta a partire dalla configurazione federiciana, nel 13° secolo, fino all'intervento ottocentesco del Travaglini. L'impianto della Cattedrale, già a tre navate, con ingresso ad ovest opposto a quello odierno e con una lunghezza inferiore, estesa fino al solo arco di trionfo oggi esistente, subisce le prime trasformazioni in periodo angioino con l’inserimento di arcate cieche di rinforzo lungo i rinfianchi, e forse con la conformazione dei matronei. Lo scelus del 1316, documentato dall’iscrizione sulla porta angioina, comportò pesanti consolidamenti e revisioni degli spazi interni. Forse perfino il capovolgimento della facciata. L’attuale conformazione si deve ad altre pesanti trasformazioni: nel XVI secolo, con il grande presbiterio ad ovest e la chiusura delle arcate per realizzare le cappelle laterali; nei secoli successivi ed in più fasi fu modificata la facciata est e soprattutto le torri, fino a raggiungere la configurazione odierna. Infine gli interni, così come li vediamo, si devono all’intervento di G. Travagliniche ha ricomposto le “slabbrature” del complesso architettonico con un linguaggio unitario sobriamente eclettico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.