Viene evidenziato il rapporto esistente tra le deformazioni gravitative profonde di versante (DGPV) e l’andamento dei pattern idrografici in una vasta area del Vibonese, all’interno nella quale ricade il territorio di Maierato, interessato dalla grande frana del 15 febbraio 2010, sottolineando il ruolo delle prime come causa predisponente della stessa. Questa, pur coinvolgendo nella parte più bassa di versante masse già preceden-temente interessate da dissesti, in quella più elevata ha assunto i caratteri di un fenome-no di primo distacco, che ha avuto la sua causa scatenante nella piovosità elevata e singolare degli inverni 2009 e 2010. Le litologie coinvolte sono, dal basso, le argille e siltiti ed i calcari-calcareniti eva-poritici del Miocene, le sabbie del Pliocene e le sabbie ghiaiose del Pleistocene, con un contatto fra i calcari evaporitici e le sottostanti argille molto disturbato per effetto delle DGPV e grandi frane che, nel passato, hanno interessato il versante. Attraverso l’analisi di un filmato amatoriale girato dal versante opposto a quello in-teressato dalla frana, è stato possibile ricostruire lo sviluppo della fase parossistica di attivazione del fenomeno. È stato, pertanto, possibile individuare il momento e le modalità di formazione della scarpata principale, facendo ritenere che in profondità, al piede della zona mobilitata, si siano verificate, in virtù del particolare assetto stratigrafico-strutturale e delle condizioni di deflusso localmente in pressione delle acque sotterranee, pressioni neutre particolarmente elevate, tali da annullare, o quasi, gli sforzi efficaci. Si è così creata una zona di materiale privo di resistenza meccanica, assimilabile ad una fascia pressoché “liquefatta”, che ha costituito l’elemento di debolezza fluido-plastico che ha favorito la disarticolazione delle masse rocciose sovrastanti ed il loro collasso. L’insorgenza di tali pressioni neutre è dovuta sia alle notevoli quantità d’acque infiltratesi a monte dell’area instabilizzatasi, sia all’assetto stratigrafico strutturale del substrato impermeabile che, al piede della stessa, per effetto dei condizionamenti indotti dalle antiche DGPV e grandi frane, a non grande profondità si interdigita con le masse carbonatiche permeabili per porosità e soprattutto per fatturazione e paracarsismo, creando condizioni di circolazione delle acque in pressione. La configurazione oggi raggiunta dal versante può essere considerata di apparente stabilità, ma la decompressione indotta dal movimento può generare un’ulteriore evoluzione retrogressiva dello stesso. A monte della scarpata principale è, infatti, possibile rilevare una lineazione che in un prossimo futuro potrebbe risultare elemento di debolezza e, quindi, di guida nella rimobilitazione del movimento franoso, che potrà interessare soprattutto l’area più vicina all’abitato.

Condizionamenti idrologici e da DGPV nell’attivazione della grande frana di Maierato (VV) del 2010 / Guerricchio, A; Fortunato, G; Guglielmo, Ea; Ponte, M; Simeone, Vincenzo - In: Tecniche per la difesa dall’inquinamento : 31° corso di aggiornamentoCosenza : Editoriale Bios, 2010. - ISBN 88-6093-073-1.

Condizionamenti idrologici e da DGPV nell’attivazione della grande frana di Maierato (VV) del 2010

SIMEONE, Vincenzo
2010-01-01

Abstract

Viene evidenziato il rapporto esistente tra le deformazioni gravitative profonde di versante (DGPV) e l’andamento dei pattern idrografici in una vasta area del Vibonese, all’interno nella quale ricade il territorio di Maierato, interessato dalla grande frana del 15 febbraio 2010, sottolineando il ruolo delle prime come causa predisponente della stessa. Questa, pur coinvolgendo nella parte più bassa di versante masse già preceden-temente interessate da dissesti, in quella più elevata ha assunto i caratteri di un fenome-no di primo distacco, che ha avuto la sua causa scatenante nella piovosità elevata e singolare degli inverni 2009 e 2010. Le litologie coinvolte sono, dal basso, le argille e siltiti ed i calcari-calcareniti eva-poritici del Miocene, le sabbie del Pliocene e le sabbie ghiaiose del Pleistocene, con un contatto fra i calcari evaporitici e le sottostanti argille molto disturbato per effetto delle DGPV e grandi frane che, nel passato, hanno interessato il versante. Attraverso l’analisi di un filmato amatoriale girato dal versante opposto a quello in-teressato dalla frana, è stato possibile ricostruire lo sviluppo della fase parossistica di attivazione del fenomeno. È stato, pertanto, possibile individuare il momento e le modalità di formazione della scarpata principale, facendo ritenere che in profondità, al piede della zona mobilitata, si siano verificate, in virtù del particolare assetto stratigrafico-strutturale e delle condizioni di deflusso localmente in pressione delle acque sotterranee, pressioni neutre particolarmente elevate, tali da annullare, o quasi, gli sforzi efficaci. Si è così creata una zona di materiale privo di resistenza meccanica, assimilabile ad una fascia pressoché “liquefatta”, che ha costituito l’elemento di debolezza fluido-plastico che ha favorito la disarticolazione delle masse rocciose sovrastanti ed il loro collasso. L’insorgenza di tali pressioni neutre è dovuta sia alle notevoli quantità d’acque infiltratesi a monte dell’area instabilizzatasi, sia all’assetto stratigrafico strutturale del substrato impermeabile che, al piede della stessa, per effetto dei condizionamenti indotti dalle antiche DGPV e grandi frane, a non grande profondità si interdigita con le masse carbonatiche permeabili per porosità e soprattutto per fatturazione e paracarsismo, creando condizioni di circolazione delle acque in pressione. La configurazione oggi raggiunta dal versante può essere considerata di apparente stabilità, ma la decompressione indotta dal movimento può generare un’ulteriore evoluzione retrogressiva dello stesso. A monte della scarpata principale è, infatti, possibile rilevare una lineazione che in un prossimo futuro potrebbe risultare elemento di debolezza e, quindi, di guida nella rimobilitazione del movimento franoso, che potrà interessare soprattutto l’area più vicina all’abitato.
2010
Tecniche per la difesa dall’inquinamento : 31° corso di aggiornamento
88-6093-073-1
Editoriale Bios
Condizionamenti idrologici e da DGPV nell’attivazione della grande frana di Maierato (VV) del 2010 / Guerricchio, A; Fortunato, G; Guglielmo, Ea; Ponte, M; Simeone, Vincenzo - In: Tecniche per la difesa dall’inquinamento : 31° corso di aggiornamentoCosenza : Editoriale Bios, 2010. - ISBN 88-6093-073-1.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/12804
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