Il progetto che con questo laboratorio di laurea si propone è dedicato al castello di Tutino nel comune di Tricase, un caso paradigmatico dell’architettura fortificata nel basso Salento. È stata questa l’occasione per ripercorrere alcuni fra i più dibattuti nodi teorici, metodologici e tecnici della disciplina del restauro architettonico. Prima ancora della domanda sul come affrontare il progetto ci si è posti il problema del perché si dovrebbe restaurare il castello, dal momento che lo studio non può sottrarsi agli obiettivi che il restauratore si prefigge e agli interrogativi che l’oggetto di studio pone. Pur indispensabili, non sono sufficienti allo scopo il sapere scientifico e la competenza tecnica, poiché la mente e la mano del restauratore dovranno aver chiari, prima ancora dei mezzi, i fini dell’intero iter metodologico, sempre guidato dalla consapevolezza storica e dalla coscienza critica; anche se mezzi e fini non sempre sono in una pacifica relazione di causa-effetto, anzi, spesso sono in rapporto conflittuale. Ma è proprio questa contraddittorietà che il restauro è chiamato a gestire riconoscendo ogni volta i punti di debolezza e di forza da cui certamente dipende l’evoluzione della disciplina.
Presentazione della Tesi di Laurea in Restauro sul castello di Tutino a Tricase (LE) / De Cadilhac, R.. - STAMPA. - 1:(2014), pp. 13-15.
Presentazione della Tesi di Laurea in Restauro sul castello di Tutino a Tricase (LE)
De Cadilhac, R.
2014-01-01
Abstract
Il progetto che con questo laboratorio di laurea si propone è dedicato al castello di Tutino nel comune di Tricase, un caso paradigmatico dell’architettura fortificata nel basso Salento. È stata questa l’occasione per ripercorrere alcuni fra i più dibattuti nodi teorici, metodologici e tecnici della disciplina del restauro architettonico. Prima ancora della domanda sul come affrontare il progetto ci si è posti il problema del perché si dovrebbe restaurare il castello, dal momento che lo studio non può sottrarsi agli obiettivi che il restauratore si prefigge e agli interrogativi che l’oggetto di studio pone. Pur indispensabili, non sono sufficienti allo scopo il sapere scientifico e la competenza tecnica, poiché la mente e la mano del restauratore dovranno aver chiari, prima ancora dei mezzi, i fini dell’intero iter metodologico, sempre guidato dalla consapevolezza storica e dalla coscienza critica; anche se mezzi e fini non sempre sono in una pacifica relazione di causa-effetto, anzi, spesso sono in rapporto conflittuale. Ma è proprio questa contraddittorietà che il restauro è chiamato a gestire riconoscendo ogni volta i punti di debolezza e di forza da cui certamente dipende l’evoluzione della disciplina.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.