Il contributo si configura come una sintesi della storia degli scavi archeologici a Rodi, dalle prime esplorazioni ottocentesche alle ricerche italiane, durate fino al 1948. Dopo le prime esplorazioni della fine del secolo XIX ad opera del Biliotti e del Salzmann, fu solo dopo il 1900 che i danesi Kinch, Blinkemberg e Nilsson, iniziarono esplorazioni sistematiche. In seguito all’occupazioni italiana di Rodi del 1912, il Ministero dell’Istruzione e la Direzione Generale Antichità e Belle Arti incaricarono la Scuola Archeologica Italiana di Atene di iniziare una campagna di saggi esplorativi, nel corso della quale, a partire dal 1913, L. Pernier compì diverse ricognizioni all’interno dell’Isola che portarono alla scoperta di importanti siti di antiche necropoli, a Camiro, Ialiso, Rodi. Nel febbraio 1914 venne istituita una Missione stabile, diretta da A. Maturi, che, oltre ad organizzare il primo nucleo di quello che sarà il Museo Archeologico, lavorò anche nel settore della tutela e del restauro fino al 1924. A seguito del trattato di Losanna, che aveva attribuito all’Italia la sovranità sulle isole Sporadi, nel 1924 la Missione archeologica fu infatti trasformata nella Soprintendenza ai Monumenti e Scavi, diretta prima da G. Iacopi e poi da L. Laurenzi, R. Bartoccini e L. Morricone. L’attività di scavo, maggiormente finalizzata a chiarire la topografia dell’antica città di Rodi, divenne allora più sistematica, mentre continuava anche l’opera di tutela dei monumenti e dei centri storici, proseguita fino alla consegna delle antichità alle autorità greche nel 1948. Parallelamente all’attività della Soprintendenza, nel 1927 fu fondato l’Istituto Storico-Archeologico di Rodi “FERT”, sorto con la finalità di potenziare l’attività di studio delle antichità finanziando con borse di studio giovani archeologi e architetti italiani. Le ricerche dei borsisti del FERT vennero poi largamente pubblicate sulla rivista dell’Istituto, “Clara Rhodos”.
Rhodos, 1: Grabungsgeschichte bis 1948 / A., Di Vita; Livadiotti, Monica. - 15/3:(2004).
Rhodos, 1: Grabungsgeschichte bis 1948
LIVADIOTTI, Monica
2004-01-01
Abstract
Il contributo si configura come una sintesi della storia degli scavi archeologici a Rodi, dalle prime esplorazioni ottocentesche alle ricerche italiane, durate fino al 1948. Dopo le prime esplorazioni della fine del secolo XIX ad opera del Biliotti e del Salzmann, fu solo dopo il 1900 che i danesi Kinch, Blinkemberg e Nilsson, iniziarono esplorazioni sistematiche. In seguito all’occupazioni italiana di Rodi del 1912, il Ministero dell’Istruzione e la Direzione Generale Antichità e Belle Arti incaricarono la Scuola Archeologica Italiana di Atene di iniziare una campagna di saggi esplorativi, nel corso della quale, a partire dal 1913, L. Pernier compì diverse ricognizioni all’interno dell’Isola che portarono alla scoperta di importanti siti di antiche necropoli, a Camiro, Ialiso, Rodi. Nel febbraio 1914 venne istituita una Missione stabile, diretta da A. Maturi, che, oltre ad organizzare il primo nucleo di quello che sarà il Museo Archeologico, lavorò anche nel settore della tutela e del restauro fino al 1924. A seguito del trattato di Losanna, che aveva attribuito all’Italia la sovranità sulle isole Sporadi, nel 1924 la Missione archeologica fu infatti trasformata nella Soprintendenza ai Monumenti e Scavi, diretta prima da G. Iacopi e poi da L. Laurenzi, R. Bartoccini e L. Morricone. L’attività di scavo, maggiormente finalizzata a chiarire la topografia dell’antica città di Rodi, divenne allora più sistematica, mentre continuava anche l’opera di tutela dei monumenti e dei centri storici, proseguita fino alla consegna delle antichità alle autorità greche nel 1948. Parallelamente all’attività della Soprintendenza, nel 1927 fu fondato l’Istituto Storico-Archeologico di Rodi “FERT”, sorto con la finalità di potenziare l’attività di studio delle antichità finanziando con borse di studio giovani archeologi e architetti italiani. Le ricerche dei borsisti del FERT vennero poi largamente pubblicate sulla rivista dell’Istituto, “Clara Rhodos”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.