La stoà come elemento generatore di spazi urbani scenografici nella città tardoclassica ed ellenistica

The architecture of the Late-Classical and Hellenistic period reflects the changes of a world that is deeply different from the Archaic and Classical one, and, in overcoming the political and social institutions of the polis, lays the basis for the creation of a new architectural language, which introduces in this period meaning ful innovations. Among the original contributions of the architecture of the period two aspects must be highlighted for their impact on the architectural and urban composition: the greater articulation of buildings, which now tend to be complex, consisting of the integration of buildings often on a different scale, and a parallel shift of interest from the individual building to the building complex, with evident reflections on the urban scale. From these elements a monumentalization of the city spaces now conceived as organic ensembles derives; their composition applies scenic effects largely alien to the architectural culture of the previous periods, except for the Mnesicles project for the Propylaea of Athens that already in last third of the 5th century BC foreshadowed some solutions to the now outlined problems. From that moment on, the attention, due also to the increasingly widespread phenomenon of evergetism, seems to move in fact to the whole, whose scenic arrangement is emphasized. The architectural typolog y that makes it possible to analyse this process in detail is the stoa, which allowed to conceive for agorai, sanctuaries, g ymnasiums, forms suitable for their insertion into a regular urban grid, as in Miletus, or the regularization of irregular squares in spontaneously developed towns, like the agora of Athens. Moreover, the stoa also allowed the construction of architectural backdrops in scenic conceived ensembles, such as in Kos, Lindos, Kameiros and Priene. Still, as in Cnidus, Priene and Pergamum, the multi-level portico allowed the solution of difficult problems connected with the site’s elevation irregularities, lending itself to solve compositional problems caused by settlements located on steep slopes. Through comparisons with urban realities of the late-Classical and Hellenistic period, this paper intends to highlight the role of the stoa as a generating element of urban scenography

L’architettura del periodo tardoclassico ed ellenistico riflette i cambiamenti di un mondo profondamente diverso da quello arcaico e classico e, nel superamento delle istituzioni politiche e sociali della polis, pone le basi per la creazione di un nuovo linguaggio architettonico, che introduce in questo periodo significative innovazioni. Tra gli apporti originali dell’architettura del periodo due aspetti vanno evidenziati per le loro notevoli ricadute sul piano della composizione architettonica e urbana: la maggiore articolazione degli edi-fici, che tendono ora a configurarsi come insiemi complessi, costituiti dall’integrazione di corpi di fabbrica spesso a scala diversa, e un parallelo spostamento di interesse dal singolo edificio al complesso articolato, con evidenti riflessi su scala urbana. Da questi elementi deriva una monumentalizzazione degli spazi della città pensati ora come insiemi organici, la cui composizione ricorre ad effetti scenografici in buona parte estranei alla cultura architettonica delle età precedenti, se si eccettua il progetto di Mnesicle per il Propilei di Atene che già nell’ultimo terzo del V secolo prefigurava alcune soluzioni alle problematiche sopra esposte. Da quel momento, l’attenzione, complice anche il fenomeno sempre più diffuso dell’evergetismo, sembra spostarsi infatti all’insieme, di cui viene enfatizzata la sistemazione scenografica. La tipologia architetto-nica che rende possibile analizzare nel dettaglio questo processo è la stoà, cheha permesso di concepire per agorai, santuari, ginnasi, forme adatte all’inserimento in una maglia urbana regolare, come a Mileto, o la regolarizzazione di piazze irregolari in nuclei urbani nati spontaneamente, come l’agorà di Atene. La stoà ha però consentito anche la realizzazione di fondali architettonici in insiemi scenograficamente concepiti, come a Kos, a Lindo, a Camiro e a Priene. Ancora, come a Cnido, Priene e a Pergamo, il portico a più livelli ha permesso la soluzione di problemi connessi con irregolarità altimetriche del sito, prestandosi a risolvere problemi compositivi determinati da impianti collocati su terreni in forte pendio. Attraverso confronti con realtà urbane di età tardoclassica ed ellenistica il contributo intende quindi mettere in risalto il ruolo della stoà come elemento generatore di scenografia urbana