Scopo dello studio è interrogarsi sulla possibilità di leggere la rappresentazione degli interni nella scenografia teatrale come forma di convivenza tra un processo segnico e, indipendentemente dal suo legame con l’esito progettuale, quello di un processo esperienziale e performativo, che colleghi soggetto e oggetto della rappresentazione. Incrociando queste possibilità con lo sforzo necessario per la loro comprensione, si determina un percorso di scoperta di significati che può assumere un altro valore, assai prossimo alla definizione di processo estetico e assimilabile al concetto di arte. I molteplici riferimenti bibliografici affondano in questioni teoriche di ordine generale (Panofsky 1984, e indirettamente Bertram 2005 e Pinotti/Somaini 2016). Nella rappresentazione scenografica è presente un valore prefigurativo che conferisce certezza scientifica rispetto alla possibilità di interpretare il disegno come la “traccia” dell’entità rappresentata, ma al contempo è possibile dare adito a complesse possibilità interpretative che trovano compimento nell’atto performativo (Abbado/Calbi/Milesi 2007). Altri riferimenti bibliografici essenziali fanno riferimento alla complessità del concetto di rappresentazione (grafica e performativa), nonché al repertorio scenografico. Rispetto alle teorie di riferimento si verificherà la loro applicabilità ad alcune casi significativi di rappresentazioni di interni nella scenografia teatrale, come paradigma della corrispondenza tra metodo rappresentativo e campo esperienziale. Emergono chiaramente la distinzione e la confluenza, presenti nel bozzetto scenico, tra rappresentazione grafica funzionale (di tipo tecnico) e artistica (di tipo estetico-evocativo) che trovano il loro compimento nella rappresentazione scenica. Obiettivi perseguiti e raggiunti: a) il dialogo interdisciplinare (gli interni, in particolare la scenografia, e la rappresentazione) e il reciproco arricchimento scientifico. b) considerare la rappresentazione dell’interno oltre l’istanza fisica del costruito, sino alla prefigurazione dell’interiorità abitativa, con tutta la sua complessità (e quindi già in sé costituente un apparato teorico). c) considerare la rappresentazione uno strumento grazie al quale l’architettura degli interni esplichi quelle istanze che le sono proprie, connesse alla complessità psicofisica dell’individuo e all’identificazione sociale, ambito che la mera rappresentazione tecnica non può cogliere nella sua interezza.

La rappresentazione scenica dell'interno architettonico, tra segno scientifico e artistico / Centineo, Santi. - CD-ROM. - (2019), pp. 73-80. (Intervento presentato al convegno Riflessioni l'arte del disegno, il disegno dell'arte tenutosi a Perugia nel 19-21 settembre 2019).

La rappresentazione scenica dell'interno architettonico, tra segno scientifico e artistico

Centineo Santi
2019-01-01

Abstract

Scopo dello studio è interrogarsi sulla possibilità di leggere la rappresentazione degli interni nella scenografia teatrale come forma di convivenza tra un processo segnico e, indipendentemente dal suo legame con l’esito progettuale, quello di un processo esperienziale e performativo, che colleghi soggetto e oggetto della rappresentazione. Incrociando queste possibilità con lo sforzo necessario per la loro comprensione, si determina un percorso di scoperta di significati che può assumere un altro valore, assai prossimo alla definizione di processo estetico e assimilabile al concetto di arte. I molteplici riferimenti bibliografici affondano in questioni teoriche di ordine generale (Panofsky 1984, e indirettamente Bertram 2005 e Pinotti/Somaini 2016). Nella rappresentazione scenografica è presente un valore prefigurativo che conferisce certezza scientifica rispetto alla possibilità di interpretare il disegno come la “traccia” dell’entità rappresentata, ma al contempo è possibile dare adito a complesse possibilità interpretative che trovano compimento nell’atto performativo (Abbado/Calbi/Milesi 2007). Altri riferimenti bibliografici essenziali fanno riferimento alla complessità del concetto di rappresentazione (grafica e performativa), nonché al repertorio scenografico. Rispetto alle teorie di riferimento si verificherà la loro applicabilità ad alcune casi significativi di rappresentazioni di interni nella scenografia teatrale, come paradigma della corrispondenza tra metodo rappresentativo e campo esperienziale. Emergono chiaramente la distinzione e la confluenza, presenti nel bozzetto scenico, tra rappresentazione grafica funzionale (di tipo tecnico) e artistica (di tipo estetico-evocativo) che trovano il loro compimento nella rappresentazione scenica. Obiettivi perseguiti e raggiunti: a) il dialogo interdisciplinare (gli interni, in particolare la scenografia, e la rappresentazione) e il reciproco arricchimento scientifico. b) considerare la rappresentazione dell’interno oltre l’istanza fisica del costruito, sino alla prefigurazione dell’interiorità abitativa, con tutta la sua complessità (e quindi già in sé costituente un apparato teorico). c) considerare la rappresentazione uno strumento grazie al quale l’architettura degli interni esplichi quelle istanze che le sono proprie, connesse alla complessità psicofisica dell’individuo e all’identificazione sociale, ambito che la mera rappresentazione tecnica non può cogliere nella sua interezza.
2019
Riflessioni l'arte del disegno, il disegno dell'arte
978-88-492-3762-7
La rappresentazione scenica dell'interno architettonico, tra segno scientifico e artistico / Centineo, Santi. - CD-ROM. - (2019), pp. 73-80. (Intervento presentato al convegno Riflessioni l'arte del disegno, il disegno dell'arte tenutosi a Perugia nel 19-21 settembre 2019).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/182862
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