Sin da un primo rapido sguardo, il contesto territoriale della Valle d’Itria presenta un assetto dell’ambiente costruito e dell’intorno naturale costituito da una potente simbiosi strutturale. L’interazione organica definita dal rapporto tra i borghi e lo spazio di natura si traduce nell’indissolubile binomio di enti che vi partecipano: da una parte, l’insieme urbano murato fortemente unitario e plastico, corrotto solo dalle recenti espansioni; dall’altra, l’agro che esprime una sintesi perfetta tra caratteristiche geomorfologiche e attività produttive, cui partecipa pure il cospicuo patrimonio di costruzioni in muratura a secco che si fondono in modo equilibrato con il paesaggio naturale. “Alleanza”, questa, che potrebbe intendersi, con una certa libertà di interpretazione, e laicamente, come espressione autentica del sistema Natura naturans e Natura naturata di memoria “spinoziana”, rivelazione di un processo dinamico in cui la civitas locale, annuncio dell’intersoggettività e della creativa partecipazione al divenire della sua esistenza, vive - eticamente – la propria autodeterminazione in rapporto alle necessità e ai bisogni, generando l’epifania territoriale della Murgia dei Trulli quale risultato compiuto e “perfetto” del processo di continua costruzione-evoluzione. Guardare al divenire di tali esiti dell’operare umano significa anzitutto porre l’interrogativo di come si possa concepire una possibile, logica e al tempo stesso congrua mutazione nel tempo che permetta, da una parte, di assicurare la concreta sopravvivenza di tale patrimonio, dall’altra, di adeguarlo ai nuovi bisogni del vivere nella contemporaneità senza cancellare le tracce “incrostate” delle civiltà che lo hanno prodotto. E dunque, pur coltivando la forma strutturale del dubbio che accetta il pericolo di produrre un esito non adeguato alle aspettative di tale cospicuo patrimonio e alle future istanze civili (essendo questa una fase storica connotata da una profonda crisi civile), ma allo stesso tempo consapevoli che la formula dubitativa, se proposta in forma “euristica”, ammette “in potenza” la condizione di un inverarsi mediante un’azione critica proiettata in una ricerca/scoperta delle verità possibili, sarà proposto un interessante esempio di recupero di un’area originariamente produttiva dell’agro di Cisternino, costituita da un nucleo di trulli e lamie oggi convertito in residenza stagionale. Insieme costruito e spazio di natura che continua a vivere in forma simbiotica anche grazie all’impiego di tecniche di recupero congrue e previsioni di modifica convenienti, sostenute da una intenzionalità, quella del progettista, non parassitaria né inopportunamente autoriale.

L'interazione organica dei borghi della Valle d'Itria con la natura. Lettura critica del complesso rurale Caporale in agro di Cisternino / Ieva, Matteo; Caporale, Alfredo. - STAMPA. - (2019), pp. 175-185.

L'interazione organica dei borghi della Valle d'Itria con la natura. Lettura critica del complesso rurale Caporale in agro di Cisternino

Matteo Ieva;
2019-01-01

Abstract

Sin da un primo rapido sguardo, il contesto territoriale della Valle d’Itria presenta un assetto dell’ambiente costruito e dell’intorno naturale costituito da una potente simbiosi strutturale. L’interazione organica definita dal rapporto tra i borghi e lo spazio di natura si traduce nell’indissolubile binomio di enti che vi partecipano: da una parte, l’insieme urbano murato fortemente unitario e plastico, corrotto solo dalle recenti espansioni; dall’altra, l’agro che esprime una sintesi perfetta tra caratteristiche geomorfologiche e attività produttive, cui partecipa pure il cospicuo patrimonio di costruzioni in muratura a secco che si fondono in modo equilibrato con il paesaggio naturale. “Alleanza”, questa, che potrebbe intendersi, con una certa libertà di interpretazione, e laicamente, come espressione autentica del sistema Natura naturans e Natura naturata di memoria “spinoziana”, rivelazione di un processo dinamico in cui la civitas locale, annuncio dell’intersoggettività e della creativa partecipazione al divenire della sua esistenza, vive - eticamente – la propria autodeterminazione in rapporto alle necessità e ai bisogni, generando l’epifania territoriale della Murgia dei Trulli quale risultato compiuto e “perfetto” del processo di continua costruzione-evoluzione. Guardare al divenire di tali esiti dell’operare umano significa anzitutto porre l’interrogativo di come si possa concepire una possibile, logica e al tempo stesso congrua mutazione nel tempo che permetta, da una parte, di assicurare la concreta sopravvivenza di tale patrimonio, dall’altra, di adeguarlo ai nuovi bisogni del vivere nella contemporaneità senza cancellare le tracce “incrostate” delle civiltà che lo hanno prodotto. E dunque, pur coltivando la forma strutturale del dubbio che accetta il pericolo di produrre un esito non adeguato alle aspettative di tale cospicuo patrimonio e alle future istanze civili (essendo questa una fase storica connotata da una profonda crisi civile), ma allo stesso tempo consapevoli che la formula dubitativa, se proposta in forma “euristica”, ammette “in potenza” la condizione di un inverarsi mediante un’azione critica proiettata in una ricerca/scoperta delle verità possibili, sarà proposto un interessante esempio di recupero di un’area originariamente produttiva dell’agro di Cisternino, costituita da un nucleo di trulli e lamie oggi convertito in residenza stagionale. Insieme costruito e spazio di natura che continua a vivere in forma simbiotica anche grazie all’impiego di tecniche di recupero congrue e previsioni di modifica convenienti, sostenute da una intenzionalità, quella del progettista, non parassitaria né inopportunamente autoriale.
2019
Borghi fragili
978-88-97796-23-7
LAB Edizioni
L'interazione organica dei borghi della Valle d'Itria con la natura. Lettura critica del complesso rurale Caporale in agro di Cisternino / Ieva, Matteo; Caporale, Alfredo. - STAMPA. - (2019), pp. 175-185.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/191549
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