Da qualche decennio il tema dell’abbandono è divenuto centrale nel dibattito sul recupero dei centri minori, sottoposti, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, ad una diaspora di abitanti e di cure che ne ha segnato profondamente il destino. Anche nei casi dove l’abbandono sembra de nitivo, quasi mai però si può parlare di “città morte”, se non per questioni legate alla suggestione del mistero e a richiami ettolosamente turistici. A meno di problemi legati alla sicurezza, la maggior parte dei centri abbandonati suscita infatti attenzioni mediatiche che ne fanno realtà problematiche ma ancora vive, quindi suscettibili di ripresa e valorizzazione. Il presente contributo vuole esplorare la possibilità, parlando di centri minori abbandonati, di azioni ricostruttive che abbiano la stessa legittimità di programmi diretti alla progettazione dell’abbandono, della creazione cioè di musei del territorio e sul territorio capaci di realizzare il passaggio da maceria a rovina, in contesti dove il dialogo col paesaggio è spesso di grande impatto, e risorsa indispensabile per guadagnare ai singoli centri una dimensione strategica che ne leghi il destino a programmi di largo orizzonte, non solo geogra co.

From ruin to resource. What future is there for abandoned towns and villages?

DE CADILHAC, R.;
2018-01-01

Abstract

Da qualche decennio il tema dell’abbandono è divenuto centrale nel dibattito sul recupero dei centri minori, sottoposti, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, ad una diaspora di abitanti e di cure che ne ha segnato profondamente il destino. Anche nei casi dove l’abbandono sembra de nitivo, quasi mai però si può parlare di “città morte”, se non per questioni legate alla suggestione del mistero e a richiami ettolosamente turistici. A meno di problemi legati alla sicurezza, la maggior parte dei centri abbandonati suscita infatti attenzioni mediatiche che ne fanno realtà problematiche ma ancora vive, quindi suscettibili di ripresa e valorizzazione. Il presente contributo vuole esplorare la possibilità, parlando di centri minori abbandonati, di azioni ricostruttive che abbiano la stessa legittimità di programmi diretti alla progettazione dell’abbandono, della creazione cioè di musei del territorio e sul territorio capaci di realizzare il passaggio da maceria a rovina, in contesti dove il dialogo col paesaggio è spesso di grande impatto, e risorsa indispensabile per guadagnare ai singoli centri una dimensione strategica che ne leghi il destino a programmi di largo orizzonte, non solo geogra co.
2018
Theatroideis: l’immagine della città, la città delle immagini.
978-88-7140-907-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/192124
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