A fondamento della ricerca che lo studio Rapp+Rapp conduce da tempo sulla forma della città contemporanea sembra esserci un’idea che i progetti per il centro urbano di Ypenburg e il grattacielo de Kroon, entrambi realizzati a L’Aia, restituiscono con particolare evidenza. Con la fondazione di una nuova parte di città - nel primo caso - e la trasformazione di una delle sue aree centrali - nel secondo -, entrambi testimoniano uno dei caratteri costitutivi delle città europee, che si connotano, come ricorda Hans Kollhoff, come un weiterbauen: un ‘continuare a costruire’. In esse ogni atto costruttivo si configura come una ‘re-interpretazione’ del patrimonio culturale sedimentato nel tempo, che in questi progetti trova concretezza attraverso l’assunzione di un punto di vista progressivo sulla ‘tradizione’, descrivibile, con le parole di Auguste Perret, come «quello che avrebbero fatto i nostri illustri antenati se fossero stati al nostro posto». Grazie all’assunzione di questa postura i due progetti in questione sembrano radicarsi nella tradizione urbana d’Europa e allo stesso tempo offrire una rinnovata riflessione su una possibile idea per la città contemporanea e sui modi della sua composizione, perseguendo, secondo l’interpretazione offerta da Bernard Colenbrander, alla realizzazione di un’‘utopia’. Attraverso una ricerca sul valore semantico e figurativo dell’edificio, intepretato come una ‘permanenza’ che aspira a costituirsi come l’espressione di una memoria collettiva, entrambi questi progetti pervengono a due possibili declinazioni tipologiche dello stesso - un sistema di torri da un lato, un Solitär dall’altro - determinate da differenze riconducibili solo per certi aspetti ai rispettivi programmi edilizi, ma forse soprattutto ai differenti caratteri dei luoghi che li ospitano. Oltre le loro reciproche differenze - o forse proprio grazie a esse - la compresenza di questi progetti all’interno della medesima città rivela infine una tecnica di composizione urbana che, come sottolineato da Colenbrander, sembra far riferimento a quella del collage descritta da Colin Rowe, e che da ultimo conferisce loro un’ulteriore qualità. Una tecnica di composizione, infatti, che attraverso la ri-contestualizzazione e tras-formazione di frammenti urbani che analogicamente rimandano alle città portuali del nord Europa, ma anche a quelle medievali d’Italia e alle più giovani metropoli d’America, rivela la straordinaria possibilità, colta da questi progetti, di ‘continuare a costruire’ la città riconoscendo tutto il portato di una cultura urbana comune, vasta e senza tempo.

'Continuare a costruire' città / Nitti, Antonio - In: Rapp+Rapp: The european skyscraper / [a cura di] Roberta Esposito, Antonio Nitti. - STAMPA. - Napoli : CLEAN, 2019. - ISBN 978-88-8497-718-2. - pp. 37-41

'Continuare a costruire' città

Antonio Nitti
2019-01-01

Abstract

A fondamento della ricerca che lo studio Rapp+Rapp conduce da tempo sulla forma della città contemporanea sembra esserci un’idea che i progetti per il centro urbano di Ypenburg e il grattacielo de Kroon, entrambi realizzati a L’Aia, restituiscono con particolare evidenza. Con la fondazione di una nuova parte di città - nel primo caso - e la trasformazione di una delle sue aree centrali - nel secondo -, entrambi testimoniano uno dei caratteri costitutivi delle città europee, che si connotano, come ricorda Hans Kollhoff, come un weiterbauen: un ‘continuare a costruire’. In esse ogni atto costruttivo si configura come una ‘re-interpretazione’ del patrimonio culturale sedimentato nel tempo, che in questi progetti trova concretezza attraverso l’assunzione di un punto di vista progressivo sulla ‘tradizione’, descrivibile, con le parole di Auguste Perret, come «quello che avrebbero fatto i nostri illustri antenati se fossero stati al nostro posto». Grazie all’assunzione di questa postura i due progetti in questione sembrano radicarsi nella tradizione urbana d’Europa e allo stesso tempo offrire una rinnovata riflessione su una possibile idea per la città contemporanea e sui modi della sua composizione, perseguendo, secondo l’interpretazione offerta da Bernard Colenbrander, alla realizzazione di un’‘utopia’. Attraverso una ricerca sul valore semantico e figurativo dell’edificio, intepretato come una ‘permanenza’ che aspira a costituirsi come l’espressione di una memoria collettiva, entrambi questi progetti pervengono a due possibili declinazioni tipologiche dello stesso - un sistema di torri da un lato, un Solitär dall’altro - determinate da differenze riconducibili solo per certi aspetti ai rispettivi programmi edilizi, ma forse soprattutto ai differenti caratteri dei luoghi che li ospitano. Oltre le loro reciproche differenze - o forse proprio grazie a esse - la compresenza di questi progetti all’interno della medesima città rivela infine una tecnica di composizione urbana che, come sottolineato da Colenbrander, sembra far riferimento a quella del collage descritta da Colin Rowe, e che da ultimo conferisce loro un’ulteriore qualità. Una tecnica di composizione, infatti, che attraverso la ri-contestualizzazione e tras-formazione di frammenti urbani che analogicamente rimandano alle città portuali del nord Europa, ma anche a quelle medievali d’Italia e alle più giovani metropoli d’America, rivela la straordinaria possibilità, colta da questi progetti, di ‘continuare a costruire’ la città riconoscendo tutto il portato di una cultura urbana comune, vasta e senza tempo.
2019
Rapp+Rapp: The european skyscraper
978-88-8497-718-2
CLEAN
'Continuare a costruire' città / Nitti, Antonio - In: Rapp+Rapp: The european skyscraper / [a cura di] Roberta Esposito, Antonio Nitti. - STAMPA. - Napoli : CLEAN, 2019. - ISBN 978-88-8497-718-2. - pp. 37-41
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/198386
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