Quello dell’intervento sul patrimonio esistente – edilizio, urbano, territoriale – è argomento con cui si misura e confronta la riflessione e la pratica urbanistica. Quello che all’inizio era soltanto il recupero edilizio e dei centri storici, oggi evidenzia un significato, un campo di applicazione e di pratiche alquanto estese rispetto al significato originario. Il recupero, infatti, si è dilatato a comprendere tutti gli interventi in aree soggette a degrado fisico e sociale che implichino il riassetto complessivo di un’area: centri storici, porzioni di periferie, aree ex produttive, aree dismesse o abbandonate; recupero è diventato sinonimo di operazione di vasto respiro su aree che richiedono un intervento unitario e articolato - con un’attenzione agli aspetti funzionali, tipologici, morfologici e anche socioeconomici - non esauribile attraverso le semplici categorie di intervento o l’attribuzione di destinazioni d’uso; è diventato lo strumento principale per gli interventi all’interno del costruito tanto da diventare principio-guida di interventi e progetti anche nelle parti urbane di nuova edificazione e costruzione: aree di frangia, bordi dell’abitato, vuoti urbani ecc. Così recupero ha assunto il significato di modo di interpretare numerosi aspetti della città e del territorio: recupero ambientale, recupero del patrimonio edilizio, recupero delle aree dismesse, recupero delle periferie ecc., con una proliferazione di strumenti diversamente definiti – dalla riqualificazione alla rigenerazione – che comportano pratiche di intervento nell’esistente, fino al riuso più o meno temporaneo di molti spazi urbani e periurbani. L’attenzione ai luoghi dimenticati dei vuoti e dello spazio aperto, il ritorno a occuparsi dell’esistente, del paesaggio, della città storica e consolidata, della riqualificazione dei territori recenti delle periferie e dei margini urbani implica un approccio interpretativo e non teorico alla costruzione di pratiche e di progetti, tesi a ricostruire o a ricercare relazioni spaziali e organizzative nuove, a cui attribuire anche un senso più generale, facendo ricorso ad alternative concettuali che fanno ricorso a una razionalità limitata. Si abbandonano le immagini dei modelli, si rafforza la pratica dell’intervento puntuale dettato da occasioni. La condizione urbana appare sempre più morfologicamente come un arcipelago di pattern e un terreno su cui agire, sia sulle parti consolidate che sugli aggregati periferici o periurbani, con modalità legate alla ricostruzione di relazioni, di senso, di usi e anche di forma. E tutto questo richiede tanto una nuova rappresentazione della città e dei territori, quanto nuovi compiti per chi opera, compreso un nuovo approccio progettuale; richiede di ripensare all’abitare e allo spazio dell’abitare nelle diverse parti urbane. Richiede anche una sorta di idea di città e di una strategia di intervento. Il ricorso a pratiche di infilling, a esempio, indica un minor consumo di suolo ma anche un’idea di città compatta come valore e condizione per una maggiore qualità urbana. Ovviamente non basta solo la densificazione come strategia complessiva, come non basta mantenere e ampliare lo spazio necessario alla resilienza, alla quale non ci si può affidare con aspettative salvifiche. In questa situazione, non è importante la ricerca di un ordine sovrano quanto piuttosto di un bricolage urbano, un ritrovare regole più stabili dello spazio urbano, una definizione dei suoi materiali costitutivi: un tornare a riflettere | a praticare l’arte di completare la città (Grumbach). L’arte di completare la città si misura con le diverse facce della città e del territorio non derivando da un modello a priori ma ritornando all’arte di intervenire in uno specifico luogo a partire dai materiali presenti su cui lavorare, e dai possibili esiti della loro trasformazione, con un’idea o, quantomeno una visione, di città.
L’arte di completare la città: dal recupero al riuso? / Rignanese, Leonardo. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 168-173. (Intervento presentato al convegno XXII Conferenza Nazionale SIU tenutosi a Firenze nel 6-8 giugno 2018).
L’arte di completare la città: dal recupero al riuso?
Leonardo Rignanese
2019-01-01
Abstract
Quello dell’intervento sul patrimonio esistente – edilizio, urbano, territoriale – è argomento con cui si misura e confronta la riflessione e la pratica urbanistica. Quello che all’inizio era soltanto il recupero edilizio e dei centri storici, oggi evidenzia un significato, un campo di applicazione e di pratiche alquanto estese rispetto al significato originario. Il recupero, infatti, si è dilatato a comprendere tutti gli interventi in aree soggette a degrado fisico e sociale che implichino il riassetto complessivo di un’area: centri storici, porzioni di periferie, aree ex produttive, aree dismesse o abbandonate; recupero è diventato sinonimo di operazione di vasto respiro su aree che richiedono un intervento unitario e articolato - con un’attenzione agli aspetti funzionali, tipologici, morfologici e anche socioeconomici - non esauribile attraverso le semplici categorie di intervento o l’attribuzione di destinazioni d’uso; è diventato lo strumento principale per gli interventi all’interno del costruito tanto da diventare principio-guida di interventi e progetti anche nelle parti urbane di nuova edificazione e costruzione: aree di frangia, bordi dell’abitato, vuoti urbani ecc. Così recupero ha assunto il significato di modo di interpretare numerosi aspetti della città e del territorio: recupero ambientale, recupero del patrimonio edilizio, recupero delle aree dismesse, recupero delle periferie ecc., con una proliferazione di strumenti diversamente definiti – dalla riqualificazione alla rigenerazione – che comportano pratiche di intervento nell’esistente, fino al riuso più o meno temporaneo di molti spazi urbani e periurbani. L’attenzione ai luoghi dimenticati dei vuoti e dello spazio aperto, il ritorno a occuparsi dell’esistente, del paesaggio, della città storica e consolidata, della riqualificazione dei territori recenti delle periferie e dei margini urbani implica un approccio interpretativo e non teorico alla costruzione di pratiche e di progetti, tesi a ricostruire o a ricercare relazioni spaziali e organizzative nuove, a cui attribuire anche un senso più generale, facendo ricorso ad alternative concettuali che fanno ricorso a una razionalità limitata. Si abbandonano le immagini dei modelli, si rafforza la pratica dell’intervento puntuale dettato da occasioni. La condizione urbana appare sempre più morfologicamente come un arcipelago di pattern e un terreno su cui agire, sia sulle parti consolidate che sugli aggregati periferici o periurbani, con modalità legate alla ricostruzione di relazioni, di senso, di usi e anche di forma. E tutto questo richiede tanto una nuova rappresentazione della città e dei territori, quanto nuovi compiti per chi opera, compreso un nuovo approccio progettuale; richiede di ripensare all’abitare e allo spazio dell’abitare nelle diverse parti urbane. Richiede anche una sorta di idea di città e di una strategia di intervento. Il ricorso a pratiche di infilling, a esempio, indica un minor consumo di suolo ma anche un’idea di città compatta come valore e condizione per una maggiore qualità urbana. Ovviamente non basta solo la densificazione come strategia complessiva, come non basta mantenere e ampliare lo spazio necessario alla resilienza, alla quale non ci si può affidare con aspettative salvifiche. In questa situazione, non è importante la ricerca di un ordine sovrano quanto piuttosto di un bricolage urbano, un ritrovare regole più stabili dello spazio urbano, una definizione dei suoi materiali costitutivi: un tornare a riflettere | a praticare l’arte di completare la città (Grumbach). L’arte di completare la città si misura con le diverse facce della città e del territorio non derivando da un modello a priori ma ritornando all’arte di intervenire in uno specifico luogo a partire dai materiali presenti su cui lavorare, e dai possibili esiti della loro trasformazione, con un’idea o, quantomeno una visione, di città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.