Una delle variabili che impongono una riflessione sull’insegnamento dell’urbanistica, raramente richiamata nei ricorrenti dibattiti, riguarda il mutamento di approccio, di competenze, di interessi, di percezione della disciplina e ancor prima di percezione dello spazio stesso da parte dei ‘destinatari’ dell’insegnamento: gli studenti. D’altra parte in una società così cambiata negli ultimi anni e così mutevole e di difficile comprensione, non poteva accadere che gli studenti, che ne sono espressione, non fossero toccati e restassero in una condizione di invarianza di fronte al mutare del tutto. Anzi essi cambiano di continuo e il loro mutare ci fa interrogare quotidianamente non solo sul senso dell’attività dell’insegnamento ma anche sui suoi contenuti. Inoltre, a differenza di talune scienze dure nelle quali il sapere ha poco a che vedere con l’esperienza del quotidiano e quindi deve essere ‘impartito’ ad un corpo che lo riceve, nel caso dell’urbanistica i ‘destinatari’ in realtà interagiscono con la materia e il suo insegnamento per il semplice fatto che esiste una conoscenza non esperta del territorio, della città e del paesaggio che si imprime in tutti noi e genera dei convincimenti profondi. Quindi avere di fronte gli studenti è come avere di fronte la società e le sue interpretazioni mutevoli dello spazio, del reale e dell’immaginario. È quindi come navigare in un mare agitato cercando di continuo di tenere una rotta. Una rotta peraltro da sempre inquieta e propensa a esplorare e contaminarsi con altre discipline, e la cui evoluzione recente è ben rappresentata da questa sessione. In presenza di cambiamenti non ancora o non sempre del tutto decifrabili, la comprensione del ruolo e del senso dell’urbanistica appare necessaria almeno quanto la conoscenza tecnica. Sebbene trasformata profondamente negli ultimi decenni, spazio e società restano a fondamento dell’urbanistica; i riferimenti all’interesse generale, alla collettività, al valore e al primato della comunità, da un lato, e i caratteri dello spazio urbano, i suoi materiali urbani, la sua rappresentazione, i suoi simboli, le sue dimensioni più prettamente fisiche e spaziali, dall’altro, necessitano oggi, nell’insegnamento, di essere commisurati ai riferimenti assunti dalle nuove generazioni. I concetti di comunità e di spazio hanno infatti assunto forme nuove, hanno ampliato e diversificato i loro riferimenti, hanno modificato i comportamenti spaziali e l’idea stesso di spazio. L’accresciuta mobilità, la sempre maggior frequentazione dello spazio virtuale, gli stili di vita sempre più individuali, la rappresentazione di uno spazio sempre meno concreto influenzano l’idea di spazio e di spazio urbano in particolare. Ad esempio, la vita quotidiana dei giovani in quali spazi concreti e virtuali si muove? E la cultura giovanile, nelle sue varie forme, che tipo di spazio rappresenta? E come è cambiato il senso di comunità nelle sue nuove e molteplici declinazioni? È necessario quindi, come fondamento dell’insegnare, indagare se tali concetti a cui facciamo riferimento siano gli stessi per noi e per i giovani|studenti.

A chi insegniamo urbanistica (?) / Rignanese, Leonardo; Calace, Francesca. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - STAMPA. - 289 special issue(2020), pp. 26-29.

A chi insegniamo urbanistica (?)

Rignanese, Leonardo
Membro del Collaboration Group
;
Calace, Francesca
Membro del Collaboration Group
2020-01-01

Abstract

Una delle variabili che impongono una riflessione sull’insegnamento dell’urbanistica, raramente richiamata nei ricorrenti dibattiti, riguarda il mutamento di approccio, di competenze, di interessi, di percezione della disciplina e ancor prima di percezione dello spazio stesso da parte dei ‘destinatari’ dell’insegnamento: gli studenti. D’altra parte in una società così cambiata negli ultimi anni e così mutevole e di difficile comprensione, non poteva accadere che gli studenti, che ne sono espressione, non fossero toccati e restassero in una condizione di invarianza di fronte al mutare del tutto. Anzi essi cambiano di continuo e il loro mutare ci fa interrogare quotidianamente non solo sul senso dell’attività dell’insegnamento ma anche sui suoi contenuti. Inoltre, a differenza di talune scienze dure nelle quali il sapere ha poco a che vedere con l’esperienza del quotidiano e quindi deve essere ‘impartito’ ad un corpo che lo riceve, nel caso dell’urbanistica i ‘destinatari’ in realtà interagiscono con la materia e il suo insegnamento per il semplice fatto che esiste una conoscenza non esperta del territorio, della città e del paesaggio che si imprime in tutti noi e genera dei convincimenti profondi. Quindi avere di fronte gli studenti è come avere di fronte la società e le sue interpretazioni mutevoli dello spazio, del reale e dell’immaginario. È quindi come navigare in un mare agitato cercando di continuo di tenere una rotta. Una rotta peraltro da sempre inquieta e propensa a esplorare e contaminarsi con altre discipline, e la cui evoluzione recente è ben rappresentata da questa sessione. In presenza di cambiamenti non ancora o non sempre del tutto decifrabili, la comprensione del ruolo e del senso dell’urbanistica appare necessaria almeno quanto la conoscenza tecnica. Sebbene trasformata profondamente negli ultimi decenni, spazio e società restano a fondamento dell’urbanistica; i riferimenti all’interesse generale, alla collettività, al valore e al primato della comunità, da un lato, e i caratteri dello spazio urbano, i suoi materiali urbani, la sua rappresentazione, i suoi simboli, le sue dimensioni più prettamente fisiche e spaziali, dall’altro, necessitano oggi, nell’insegnamento, di essere commisurati ai riferimenti assunti dalle nuove generazioni. I concetti di comunità e di spazio hanno infatti assunto forme nuove, hanno ampliato e diversificato i loro riferimenti, hanno modificato i comportamenti spaziali e l’idea stesso di spazio. L’accresciuta mobilità, la sempre maggior frequentazione dello spazio virtuale, gli stili di vita sempre più individuali, la rappresentazione di uno spazio sempre meno concreto influenzano l’idea di spazio e di spazio urbano in particolare. Ad esempio, la vita quotidiana dei giovani in quali spazi concreti e virtuali si muove? E la cultura giovanile, nelle sue varie forme, che tipo di spazio rappresenta? E come è cambiato il senso di comunità nelle sue nuove e molteplici declinazioni? È necessario quindi, come fondamento dell’insegnare, indagare se tali concetti a cui facciamo riferimento siano gli stessi per noi e per i giovani|studenti.
2020
http://www.urbanisticainformazioni.it/IMG/pdf/ui289si_sessione_03.pdf
A chi insegniamo urbanistica (?) / Rignanese, Leonardo; Calace, Francesca. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - STAMPA. - 289 special issue(2020), pp. 26-29.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/214001
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