La struttura didattica dell’insegnamento della Progettazione architettonica e urbana delle Scuole di architettura in Italia risente ancora sensibilmente, come è noto, dell’esperienze didattiche che l’hanno vista formarsi tra la fine del secolo scorso e l’inizio del XXI, incoraggiata da una normazione che ne ha progressivamente specificato i contenuti poggiandosi sul sostrato solido dell’insegnamento maturato nei decenni precedenti. Dal corso unico di Composizione si è passati al concetto integrato di Laboratorio costituito da due o più discipline, aggiornando la precedente esperienza formativa. Una formula strutturale/progressiva che può produrre oggi risultati interessanti è, senza dubbio, quella della interazione organica tra le discipline, da scegliersi in rapporto ai temi, insieme a una graduale acquisizione del livello di complessità. Una graduazione di questo crescente livello di difficoltà/conoscenza, coincidente anche con le differenti scale di studio, potrebbe così articolarsi: I° anno – Tema: residenza (unifamiliare e plurifamiliare) - Progettazione architettonica e Costruzione dell’architettura; II° anno – Tema: tessuto aggregativo (edifici abitativi e specializzati) - Progettazione urbana e Caratteri tipologici e morfologici dell’architettura; III° anno – Tema: organismo edilizio speciale (complesso a grande copertura) - Progettazione architettonica e Tecnica delle costruzioni; IV anno – Tema: scala del quartiere - Progettazione urbana e Elementi di fenomenologia e di Estetica urbana; V anno – Tema: sintesi critica tra progetto urbano e pianificazione a scala urbana e territoriale - Progettazione urbana e Elementi di pianificazione urbana. Il paper si propone di sviluppare questa sequenza ordinata offrendo una riflessione critica sul rapporto dialettico che deve instaurarsi tra le differenti discipline in relazione alla possibilità di capire come “interpretare” i fenomeni della città odierna (in cui compare apertamente un marcato parossismo nel manifestarsi ontologico delle dinamiche correlative tra l’“io” artefice/progettista e il “mondo”/costruito con le sue mutazioni, causato spesso da un eccesso di individualismo soggettivo), per giungere a dimostrare l’utilità del dispositivo critico del progetto. Apparato dialettico che ambisce a costruire una didattica in cui possa configurarsi un’idea di proposizione-trasformazione del mondo attraverso un’accezione interrelativa costruita su una “visione di senso” (in qualche modo) unitaria, comune, partecipata.

Sequenza e relazione dialettico-critica nelle discipline dei laboratori di progettazione architettonica e urbana / Ieva, Matteo. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 76-78. (Intervento presentato al convegno VII Forum di ProArch tenutosi a Milano nel 16-17 novembre 2018).

Sequenza e relazione dialettico-critica nelle discipline dei laboratori di progettazione architettonica e urbana

Matteo Ieva
2019-01-01

Abstract

La struttura didattica dell’insegnamento della Progettazione architettonica e urbana delle Scuole di architettura in Italia risente ancora sensibilmente, come è noto, dell’esperienze didattiche che l’hanno vista formarsi tra la fine del secolo scorso e l’inizio del XXI, incoraggiata da una normazione che ne ha progressivamente specificato i contenuti poggiandosi sul sostrato solido dell’insegnamento maturato nei decenni precedenti. Dal corso unico di Composizione si è passati al concetto integrato di Laboratorio costituito da due o più discipline, aggiornando la precedente esperienza formativa. Una formula strutturale/progressiva che può produrre oggi risultati interessanti è, senza dubbio, quella della interazione organica tra le discipline, da scegliersi in rapporto ai temi, insieme a una graduale acquisizione del livello di complessità. Una graduazione di questo crescente livello di difficoltà/conoscenza, coincidente anche con le differenti scale di studio, potrebbe così articolarsi: I° anno – Tema: residenza (unifamiliare e plurifamiliare) - Progettazione architettonica e Costruzione dell’architettura; II° anno – Tema: tessuto aggregativo (edifici abitativi e specializzati) - Progettazione urbana e Caratteri tipologici e morfologici dell’architettura; III° anno – Tema: organismo edilizio speciale (complesso a grande copertura) - Progettazione architettonica e Tecnica delle costruzioni; IV anno – Tema: scala del quartiere - Progettazione urbana e Elementi di fenomenologia e di Estetica urbana; V anno – Tema: sintesi critica tra progetto urbano e pianificazione a scala urbana e territoriale - Progettazione urbana e Elementi di pianificazione urbana. Il paper si propone di sviluppare questa sequenza ordinata offrendo una riflessione critica sul rapporto dialettico che deve instaurarsi tra le differenti discipline in relazione alla possibilità di capire come “interpretare” i fenomeni della città odierna (in cui compare apertamente un marcato parossismo nel manifestarsi ontologico delle dinamiche correlative tra l’“io” artefice/progettista e il “mondo”/costruito con le sue mutazioni, causato spesso da un eccesso di individualismo soggettivo), per giungere a dimostrare l’utilità del dispositivo critico del progetto. Apparato dialettico che ambisce a costruire una didattica in cui possa configurarsi un’idea di proposizione-trasformazione del mondo attraverso un’accezione interrelativa costruita su una “visione di senso” (in qualche modo) unitaria, comune, partecipata.
2019
VII Forum di ProArch
978-88-909054-7-6
Sequenza e relazione dialettico-critica nelle discipline dei laboratori di progettazione architettonica e urbana / Ieva, Matteo. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 76-78. (Intervento presentato al convegno VII Forum di ProArch tenutosi a Milano nel 16-17 novembre 2018).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/230820
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