Riuso e riparazione. Le piccole architetture agrarie di Gion A. Caminada / Reuse and Restoration. A small farm buildings by Gion A. Caminada

Local economies of central Europe are historically based on wooden using, cutting, processing and employing in the construction industry. At the end of the 20th century, this ancient and deep-rooted culture has suffered the violent external actions which endangering the techniques and carpenters and their contribution to the building and the forests regeneration. At the present time, wooden construction seems to require the aid of machinery, glues, resins and mechanical supports which adding much more steps of work into the building process; consequently, wooden elements are often used by “unnatural” approach rather than its physical constitution. As the result, we have a production of furniture, cladding, structural elements so far from the backbone and skin of the unique building; by this way, it represent a prosthesis applied to a foreign organism. So, tree is not enough for making a building but it’s necessary to “wear out” other kind of resources and materials, creating an important “loss” of waste, culture and local knowledge, transforming a territory but not belonging authentically. Gion A. Caminada is an architect who works in Switzerland – Kanton Graubünden, and moves to the opposite direction. His research is aimed to understanding the craftsmanship wooden techniques for slow and careful innovation, and promoting the local economy of high valleys, in relationship with farming and herding, essential for Alpine populations. Houses, stables, barns, a small community buildings are the major results of this work. They are “entirely” built in wooden structure and belong completely to the local industry of extraction and transformation of timber. Caminada offers something by “zero waste”, which “restore” a landscape through a new project of the architecture answered to the modern requirements.

Le economie locali dell’Europa continentale sono storicamente votate allo sfruttamento, al taglio, alla lavorazione e all’utilizzo del legno nel processo edilizio. Alla fine del Novecento, questa cultura antica e radicata ha subito delle violenti sollecitazioni che hanno messo a repentaglio le tecniche e le maestranze e il contributo che esse davano alla costruzione dei manufatti e alla rigenerazione dei boschi e dei mantelli forestali. Oggi costruire in legno sembra richiedere l’ausilio di macchinari, collanti, resine ed elementi meccanici di supporto che immettono nel processo edilizio fasi ulteriori di lavorazione e spingono talvolta il legno ad essere utilizzato in maniera “innaturale” rispetto alle sua costituzione fisica. Ciò determina una produzione in serie di pezzi d’arredo, di rivestimento, strutturali che non rappresentano più unitariamente l’ossatura e la pelle dell’edificio quanto piuttosto delle protesi applicate ad un organismo estraneo. Così per fondare un edificio non basta più un albero ma diviene necessario “consumare” risorse e materiali di altra specie, generando una “perdita” considerevole di rifiuti, di cultura e saperi locali, trasformando un territorio senza appartenervi autenticamente. Gion A. Caminada è un architetto che opera nel Cantone dei Grigioni in Svizzera, e si muove nella direzione opposta. La sua ricerca è rivolta alla comprensione delle tecniche artigianali della falegnameria, per una innovazione lenta e parsimoniosa, e un’attenzione all’economia che regola le valli d’alta quota, principalmente legata all’allevamento e alla pastorizia, ineludibile sostentamento delle popolazioni alpine. Case, stalle, fienili, piccole opere a servizio delle comunità sono l’esito di questo lavoro. Ogni manufatto è costruito “interamente” in legno e si immette nella filiera di estrazione e trasformazione del legname locale. Quelle di Caminada sono costruzioni a “scarti zero”, che “riparano” il paesaggio riconfigurando l’architettura in seno alle istanze moderne.