Questo volume vuole dare un contributo alla ricostruzione critica delle principali vicende prodotte in Italia in merito al dibattito architettonico e urbanistico della seconda metà del 900. In particolare esso è dedicato a quella che fu la grande questione relativa all’unità disciplinare aperta sopratutto da Ludovico Quaroni e Giuseppe Samonà verso la metà degli anni 50. Scenario di riferimento ne era la dilatazione degli ambiti operativi dovuti alla nuova scala di riferimento urbanistico ed architettonico, vista, fiduciosamente, nella cosiddetta “nuova dimensione”. Di quella cultura, il seminario urbanistico di Arezzo ne segnò l’atto di maggiore sperimentazione disciplinare e allo stesso tempo, l’inizio del suo rivolgimento programmatico. Tutta la ricostruzione critica si basa sulla scoperta, fatta da parte dell'autore, della documentazione degli Atti del Seminario, rimasta fino ad allora inedita. Tale ritrovamento si deve all’attività svolta dallo stesso autore del volume, tra il 1994 e il 1997, all’interno del IX ciclo di Dottorato di Ricerca di Palermo, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Essa raccoglie gli esiti del dibattito avvenuto nel corso della prima fase seminariale e le relazioni prodotte dai singoli raggruppamenti a conclusione dell’attività pre-progettuale. Centrali sono le figure di Aldo Rossi, di Mario Cusmano, di Giancarlo De Carlo. Tali atti avrebbero dovuto rappresentare il documento ufficiale di quell’esperimento e la loro pubblicazione -prevista attraverso un apposito numero monografico- ne avrebbe dovuto garantire la diffusione a livello nazionale. Ma le vicende che ne seguiranno saranno tali da precluderne ogni iniziativa, lasciando fino ad oggi, del tutto sconosciuti quei risultati e il loro grande lascito. L’intero carteggio -riportato integralmente nel volume, per il suo valore storico-documentale-, è collocato a margine del testo critico al fine di offrire al lettore una presa diretta dei temi affrontati, e la testimonianza tangibile di una vicenda culturale tanto unica quanto straordinaria e problematica per gli scenari aperti nel dibattito architettonico e urbanistico di quegli anni, i cui effetti costituiscono ancora oggi la base di quell'affermazione del principio di "autonomia disciplinare" sintomatica del ritorno dell'architettura al suo principale ambito di ricerca e applicazione: la Città come luogo delle intrescalarità architettoniche.
Il seminario sperimentale urbanistico di Arezzo : un'esperienza didattica per l'unita disciplinare / Riondino, Antonio. - STAMPA. - 51:(2012).
Il seminario sperimentale urbanistico di Arezzo : un'esperienza didattica per l'unita disciplinare
Antonio Riondino
2012-01-01
Abstract
Questo volume vuole dare un contributo alla ricostruzione critica delle principali vicende prodotte in Italia in merito al dibattito architettonico e urbanistico della seconda metà del 900. In particolare esso è dedicato a quella che fu la grande questione relativa all’unità disciplinare aperta sopratutto da Ludovico Quaroni e Giuseppe Samonà verso la metà degli anni 50. Scenario di riferimento ne era la dilatazione degli ambiti operativi dovuti alla nuova scala di riferimento urbanistico ed architettonico, vista, fiduciosamente, nella cosiddetta “nuova dimensione”. Di quella cultura, il seminario urbanistico di Arezzo ne segnò l’atto di maggiore sperimentazione disciplinare e allo stesso tempo, l’inizio del suo rivolgimento programmatico. Tutta la ricostruzione critica si basa sulla scoperta, fatta da parte dell'autore, della documentazione degli Atti del Seminario, rimasta fino ad allora inedita. Tale ritrovamento si deve all’attività svolta dallo stesso autore del volume, tra il 1994 e il 1997, all’interno del IX ciclo di Dottorato di Ricerca di Palermo, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Essa raccoglie gli esiti del dibattito avvenuto nel corso della prima fase seminariale e le relazioni prodotte dai singoli raggruppamenti a conclusione dell’attività pre-progettuale. Centrali sono le figure di Aldo Rossi, di Mario Cusmano, di Giancarlo De Carlo. Tali atti avrebbero dovuto rappresentare il documento ufficiale di quell’esperimento e la loro pubblicazione -prevista attraverso un apposito numero monografico- ne avrebbe dovuto garantire la diffusione a livello nazionale. Ma le vicende che ne seguiranno saranno tali da precluderne ogni iniziativa, lasciando fino ad oggi, del tutto sconosciuti quei risultati e il loro grande lascito. L’intero carteggio -riportato integralmente nel volume, per il suo valore storico-documentale-, è collocato a margine del testo critico al fine di offrire al lettore una presa diretta dei temi affrontati, e la testimonianza tangibile di una vicenda culturale tanto unica quanto straordinaria e problematica per gli scenari aperti nel dibattito architettonico e urbanistico di quegli anni, i cui effetti costituiscono ancora oggi la base di quell'affermazione del principio di "autonomia disciplinare" sintomatica del ritorno dell'architettura al suo principale ambito di ricerca e applicazione: la Città come luogo delle intrescalarità architettoniche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.