Quando a metà degli anni ’70 Moschini e Siza si incontrano a Roma, il primo sta per iniziare l’avventura della galleria AAM, mentre il secondo è un architetto maturo il cui riscontro internazionale è sempre più ampio. Siza ha già mostrato la sua capacità di contaminare modelli eterogenei in un impianto concettuale rigoroso, sorprendente ma indifferente alla coazione alla novità, e della sua capacità di dialogare con la tradizione architettonica del Novecento rinnovandola in originali sintesi, Siza ha già dato prova per esempio a Malagueira. Circa vent’anni dopo, Moschini coinvolge Siza nel Laboratorio progettuale che nel ‘94 AAM organizza per Cassino, incaricandolo della progettazione del Rettorato dell’Università, con cui Siza conferma la capacità della sua architettura di farsi fuoco urbano. Come appare sin dalle prime opere (ristorante Boa Nova, Piscine delle Maree), le architetture di Siza instaurano con i luoghi un rapporto mai ancillare: che si tratti di un contesto naturale (Leiça da Palmeira) o di un contesto storico (Santiago da Compostela), o di riannodare i fili di una perduta intensità urbana (a Cassino come a Berlino), è la sua architettura a costruire i luoghi, e non il contrario. La sua ricerca è un lavorio incessante sulla scaturigine delle forme, che si palesa nel disegno e nella scultura. Nel ‘99, a Milano AAM espone tutte le sculture di Siza: arcaiche e contratte come kouroi, le filiformi figure antropomorfe appartengono ad una dimensione ermetica, la cui laconicità di dettaglio non rimanda al primitivo, ma alla sfera laboriosamente conquistata dell’essenziale. Nel 2008, due mostre (Lecce, Acaya) sono per Moschini l’occasione di ripercorrere la continuità tematica, metodologica, linguistica e figurativa in cui abita l’intero itinerario di Siza, dall’espressionismo delle prime prove nella natia Matosinhos fino alle sperimentazioni più recenti (Padiglione ad Anyang, Fondazione Iberê Camargo), passando per alcune frecce poetiche (Chiesa di Marco de Canaveses, Museo d’Arte contemporanea a Porto, Padiglione di Lisbona) e per il repertorio delle case unifamiliari. Da quest’ultimo incontro con Siza, nasce la serie "Duetti/Duelli, partite a scacchi sul disegno”: a metà tra il divertissement virtuosistico e il flusso di coscienza figurativo, la serie mette in contatto generazioni di architetti e artisti attraverso il linguaggio comune del disegno, primo amore collezionistico di Moschini e da sempre sostanza del suo progetto critico.

Progetto critico: Francesco Moschini / Àlvaro Siza, una storia lunga trent'anni / Pietropaolo, L. - In: ANFIONE E ZETO. - ISSN 0394-8021. - 25:(2014), pp. 229-236.

Progetto critico: Francesco Moschini / Àlvaro Siza, una storia lunga trent'anni

Pietropaolo L
2014-01-01

Abstract

Quando a metà degli anni ’70 Moschini e Siza si incontrano a Roma, il primo sta per iniziare l’avventura della galleria AAM, mentre il secondo è un architetto maturo il cui riscontro internazionale è sempre più ampio. Siza ha già mostrato la sua capacità di contaminare modelli eterogenei in un impianto concettuale rigoroso, sorprendente ma indifferente alla coazione alla novità, e della sua capacità di dialogare con la tradizione architettonica del Novecento rinnovandola in originali sintesi, Siza ha già dato prova per esempio a Malagueira. Circa vent’anni dopo, Moschini coinvolge Siza nel Laboratorio progettuale che nel ‘94 AAM organizza per Cassino, incaricandolo della progettazione del Rettorato dell’Università, con cui Siza conferma la capacità della sua architettura di farsi fuoco urbano. Come appare sin dalle prime opere (ristorante Boa Nova, Piscine delle Maree), le architetture di Siza instaurano con i luoghi un rapporto mai ancillare: che si tratti di un contesto naturale (Leiça da Palmeira) o di un contesto storico (Santiago da Compostela), o di riannodare i fili di una perduta intensità urbana (a Cassino come a Berlino), è la sua architettura a costruire i luoghi, e non il contrario. La sua ricerca è un lavorio incessante sulla scaturigine delle forme, che si palesa nel disegno e nella scultura. Nel ‘99, a Milano AAM espone tutte le sculture di Siza: arcaiche e contratte come kouroi, le filiformi figure antropomorfe appartengono ad una dimensione ermetica, la cui laconicità di dettaglio non rimanda al primitivo, ma alla sfera laboriosamente conquistata dell’essenziale. Nel 2008, due mostre (Lecce, Acaya) sono per Moschini l’occasione di ripercorrere la continuità tematica, metodologica, linguistica e figurativa in cui abita l’intero itinerario di Siza, dall’espressionismo delle prime prove nella natia Matosinhos fino alle sperimentazioni più recenti (Padiglione ad Anyang, Fondazione Iberê Camargo), passando per alcune frecce poetiche (Chiesa di Marco de Canaveses, Museo d’Arte contemporanea a Porto, Padiglione di Lisbona) e per il repertorio delle case unifamiliari. Da quest’ultimo incontro con Siza, nasce la serie "Duetti/Duelli, partite a scacchi sul disegno”: a metà tra il divertissement virtuosistico e il flusso di coscienza figurativo, la serie mette in contatto generazioni di architetti e artisti attraverso il linguaggio comune del disegno, primo amore collezionistico di Moschini e da sempre sostanza del suo progetto critico.
2014
Progetto critico: Francesco Moschini / Àlvaro Siza, una storia lunga trent'anni / Pietropaolo, L. - In: ANFIONE E ZETO. - ISSN 0394-8021. - 25:(2014), pp. 229-236.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11589/242880
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