Lo studio della Fortezza di Lucera è un ulteriore prezioso tassello che aiuta a ricomporre il complesso fenomeno dell’incastellamento e del processo evolutivo dell’architettura fortificata in Puglia, ma anche un’occasione per riflettere sul destino di un patrimonio minacciato dall’abbandono o degradato da demolizioni, sostituzioni, trasformazioni di varia natura. Sono criticità che mettono in gioco alcuni nodi progettuali sui quali si interroga questa tesi di laurea: la ‘risignificazione’ delle architetture forti cate che, come la Fortezza di Lucera, hanno smarrito il significato della loro esistenza, il recupero che implica l’attribuzione di una destinazione d’uso utile purché compatibile, la fruizione che postula il problema dell’accessibilità di luoghi nati invece per essere inespugnabili. L’esperienza che qui si presenta nasce da un accordo di collaborazione scientifica fra il dICAR del Politecnico di Bari, il Segretariato Regionale del MIC per la Puglia e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta e Foggia impersonati dall’arch. Maria Piccarreta. Questo ha reso possibile un’attività di tirocinio, consistita in un’analisi diretta svolta sul campo attraverso uno scrupoloso rilievo e in una puntuale ricerca documentaria condotta presso gli archivi della Soprintendenza sotto la guida dell’arch. Maria Franchini e dell’arch. Eligio Seccia.
Presentazione della Tesi di Laurea in Restauro sulla Fortezza di Lucera (FG) / de Cadilhac, R.. - STAMPA. - 1:(2022), pp. 17-21.
Presentazione della Tesi di Laurea in Restauro sulla Fortezza di Lucera (FG)
de Cadilhac R.
2022-01-01
Abstract
Lo studio della Fortezza di Lucera è un ulteriore prezioso tassello che aiuta a ricomporre il complesso fenomeno dell’incastellamento e del processo evolutivo dell’architettura fortificata in Puglia, ma anche un’occasione per riflettere sul destino di un patrimonio minacciato dall’abbandono o degradato da demolizioni, sostituzioni, trasformazioni di varia natura. Sono criticità che mettono in gioco alcuni nodi progettuali sui quali si interroga questa tesi di laurea: la ‘risignificazione’ delle architetture forti cate che, come la Fortezza di Lucera, hanno smarrito il significato della loro esistenza, il recupero che implica l’attribuzione di una destinazione d’uso utile purché compatibile, la fruizione che postula il problema dell’accessibilità di luoghi nati invece per essere inespugnabili. L’esperienza che qui si presenta nasce da un accordo di collaborazione scientifica fra il dICAR del Politecnico di Bari, il Segretariato Regionale del MIC per la Puglia e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta e Foggia impersonati dall’arch. Maria Piccarreta. Questo ha reso possibile un’attività di tirocinio, consistita in un’analisi diretta svolta sul campo attraverso uno scrupoloso rilievo e in una puntuale ricerca documentaria condotta presso gli archivi della Soprintendenza sotto la guida dell’arch. Maria Franchini e dell’arch. Eligio Seccia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.